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lunedì 7 luglio 2008

SONDAGGI: Berlusconi su, magistrati giù

Mentre cresce la valutazione positiva per Silvio Berlusconi, che dal 30 giugno ha visto l’indice di gradimento salire ancora di un punto per assestarsi al 53%, due sondaggi oggi mettono a fuoco la spaccatura dell’opposizione e il forte sentimento critico nei confronti del magistrati.

L’Espresso attualmente in edicola, pubblica i risultati di un sondaggio nell’ambito di un articolo dedicato alla strategia di Antonio Di Pietro che punta diventare il leader dell’opposizione e, secondo il settimanale, anche a conquistare i delusi di An e Lega.


I grafici vengono riportati sotto il titolo “Bye bye Walter”. Alla domanda su chi è oggi più attivo nel fare opposizione a Berlusconi, il 44% risponde Di Pietro e la metà, cioè il 22%, risponde Veltroni. Aggiungendo al leader anche il partito di riferimento, si ottiene il 48% per Di Pietro-Idv e il 33% per Veltroni-Pd. Praticamente inesistente l’opposizione Casini-Udc con il 2%.


Da notare che il campione è su tutto l’elettorato e di questo solo un quarto ha dichiarato di essere a favore del Pd o dell’Idv o della Sinistra-l’Arcobaleno. Questo significa che l’attivismo di Di Pietro è riconosciuto da tutti e, per quanto riguarda l’area di sinistra, dimostra che essa è spaccata nell’individuare il leader dell’opposizione con una propensione verso l’alfiere del giustizialismo che probabilmente si manterrà all’offensiva almeno fino alle prossime elezioni europee del 2009.


Il Giornale pubblica invece un sondaggio sul giudizio degli italiani nei confronti della Magistratura. Se si sommano le risposte “D’accordo” e “Molto d’accordo”, si ottengono questi dati:


alla domanda sull’opportunità che un magistrato che sbaglia debba essere responsabile della propria azione, il totale è pari al 93,2%;


alla domanda se debbano essere allontanati dalla Magistratura i giudici troppo lenti nel gestire i processi o lasciano che gli accusati escano di prigione per decorrenza deui termini, il totale è pari all’89,7%;


alla domanda se i magistrati debbano essere giudicati da un organismo indipendente anziché dal Csm, il totale è pari al 78,4%.


Ne deriva un giudizio estremamente negativo, da parte dell’opinione pubblica, nei confronti dei magistrati, sia per come agiscono in quanto amministratori della giustizia, sia in quanto costituiscono un “ordine” autonomo, cioè una “casta”. L’impopolarità dei magistrati costituisce quindi un fattore di debolezza che si aggrava quando intervengono fatti di cronaca. Quando giudizi contraddittori si susseguono nei diversi gradi, quando vengono liberati indiziati di assassinio, rapina e stupro che subito commettono gli stessi delitti.


O quando semplicemente tornano in libertà per decorrenza dei termini pluriomicidi o noti boss della criminalità organizzata.

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