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lunedì 30 giugno 2008

Derby Franzoso-Tagliente

I due esponenti di Forza Italia ambiscono entrambi ad essere i candidati del Pdl alla presidenza della Provincia di Taranto la cui legislatura scade il prossimo anno

È un derby tutto interno a Forza Italia quello che si sta giocando sulla candidatura alla presidenza della Provincia di Taranto, prossima al rinnovo. A contendersi la poltrona attualmente occupata da Gianni Florido (anche lui alle prese con non molti problemi interni alla coalizione) sono il coordinatore provinciale del partito e fresco di rielezione alla Camera dei deputati, Pietro Franzoso, e il vice coordinatore regionale e consigliere regionale, Nicola Tagliente. Un derby giocato, fino ad ora, a carte coperte, fatto di molta pretattica e di schemi studiati per disorientare l’avversario, da un lato, e per non suscitare l’irritazione di Alleanza nazionale, dall’altro, protesa com’è a rivendicare per sè la candidatura a Palazzo del Governo (anche qui a giocarsi la nomination sono Giuseppe Semeraro e Pietro Lospinuso con l’outsider Leonardo Conserva).
Secondo fonti vicine al coordinatore provinciale Franzoso, sembrerebbe che questi nei giorni scorsi abbia incontrato il ministro Raffaele Fitto per discutere della candidatura alla presidenza della Provincia per sè o, quantomeno, per persona di sua fiducia. Un incontro che sembrerebbe essere stato infruttuoso perchè, a quanto pare, il ministro Fitto avrebbe lasciato intendere a Franzoso che non può continuare a recitare sempre la parte del leone. Sull’altro versante, invece, la situazione sembra essere più delineata. Nicola Tagliente, infatti, godrebbe della fiducia della maggioranza del partito cittadino e starebbe già pensando alla preparazione di una “lista del presidente” a supporto della sua candidatura.
Una lista civica che accolga rappresentanti della società civile pronta a drenare voti per il consigliere regionale. Ma Tagliente avrebbe un alleato in più. A sposare il progetto del consigliere e vice coordinatore regionale di Forza Italia sarebbero pronti l’onorevole Giancarlo Cito e il movimento dell’avvocato Aldo Condemi. Quest’ultimo, infatti, sarebbe di nuovo in rotta di avvicinamento a Forza Italia. L’intero progetto di Nicola Tagliente dovrebbe essere illustrato nei prossimi giorni al ministro e coordinatore regionale di Forza Italia, Raffaele Fitto. In caso di risposta negativa, Tagliente avrebbe pronta un’exit strategy: il consigliere regionale potrebbe, infatti, decidere di correre da solo.
Tutto, però, va allacciato a quelli che dovranno essere i rapporti con Alleanza nazionale, socia fondatrice del Popolo delle libertà, che da tempo chiede un riconoscimento con l’individuazione di un proprio candidato dal momento che dalla nascita della Cdl ad oggi a Taranto ha sempre dovuto digerire candidati o di Forza Italia o dell’Udc (Domenico Rana e Michele Tucci gli ultimi in ordine di tempo).
Corriere del Giorno

BERLUSCONI: Dobbiamo ridare efficienza e forza alla giustizia

"Tante polemiche strumentali finiscono col mettere in secondo piano l’interesse collettivo". Lo ha affermato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, in un messaggio inviato al convegno della Federazione italiana tabaccai, riferendosi alla questione della giustizia. "E’ certo pero’ che profonderemo ogni sforzo perche’ l’interesse di pochi non prevalga su quello di quasi tutti, continuando nella direzione che era indicata nei nostri programmi e si incarna nella nostra azione. Il governo ha scelto di mettere la sicurezza e l’ordine pubblico fra le priorita’ della propria azione, compresa la volonta’ di ridare efficienza e forza credibile ad una giustizia che, troppo spesso, delude le aspettative in essa legittimamente riposte".

CICCHITTO: Di Pietro è il barbaro della politica

"Dopo il turpiloquio, siamo ad uno sconclusionato e sgrammaticato romanzo noir, ma il disegno di Di Pietro rimane identico: provocare l’imbarbarimento della vita politica italiana. E’ evidente che in tutto cio’ Veltroni e il Pd hanno responsabilita’ rilevanti". Lo ha affermato Fabrizio Cicchitto, presidente dei deputati del PdL.

BONAIUTI: Di Pietro è l'avvelenatore, Veltroni perde la faccia

"Ogni giorno Di Pietro cerca di avvelenare la vita italiana ma non ci riuscirà perché il governo reagirà con i fatti e andrà avanti per la sua strada come chiedono gli elettori". Lo ha affermato in una nota il sottosegretario alla presidenza del Consigli Paolo Bonaiuti. "Chi perde la faccia è solo Veltroni che dopo tante chiacchiere buoniste non prende le distanze dalla politica di insulti del suo compagno di strada".

domenica 29 giugno 2008

I FATTI DEL BUONGOVERNO: Sui mutui un aiuto alle famiglie

Bersani aveva affrontato l’emergenza caro-mutui con il decreto centrato su rinegoziazione, surroga e trasferimento, con abolizione della clausola della penale. Una via d’uscita come un’altra, che riguarda e tocca soprattutto quelle famiglie la cui rata, pur salita, risulta ancora sopportabile. I vantaggi spesso minimi e il percorso a ostacoli che il cliente deve intraprendere per farsi riconoscere dalle banche un diritto non hanno mai spinto l’opposizione, oggi maggioranza, ad usare toni sprezzanti verso quel provvedimento di legge.


Ben altro trattamento riserva invece il centrosinistra all’intervento di Tremonti, che si è concretizzato tre giorni fa nella firma di una convenzione tra Abi e ministero dell’Economia. Se va bene parlano di accordo “inutile o di “bluff”, ma la dizione preferita è “provvedimento-truffa”. Giudizi che non hanno fondamento se non nella volontà di fare un’opposizione preconcetta a qualsivoglia atto del governo.Con questo accordo, che consente una rinegoziazione dei mutui a tasso variabile e di riportare la rata ai livelli di due anni fa, Tremonti è andato incontro alle esigenze delle famiglie più in difficoltà, quelle i cui bilanci familiari non reggono più un esborso mensile, che non arrivano a fine mese, che sono costrette a tagliare perfino le spese alimentari e di prima necessità.


Il decreto Bersani era ed è rivolto a quanti hanno conservato qualche margine di bilancio nonostante il caro-rata; l’accordo voluto da Tremonti riguarda chi sta peggio, offrendo una via d’uscita anche alle famiglie con l’acqua alla gola e, se per la sinistra significa ancora qualcosa, meno abbienti. Certamente non è la bacchetta magica, certamente la rinegoziazione significa un allungamento temporale del mutuo, ma non c’è dubbio che costituisce una boccata di ossigeno salutare per quanti, e sono tanti, si trovano ai limiti della disperazione. Che alla sinistra questo non vada bene, fa soltanto male alla sinistra. Gli italiani sanno giudicare.

sabato 28 giugno 2008

Sanità, codice rosso dei medici


Appello di tutte le sigle a Vendola: "A breve non potremo assistere i pazienti"


La sanità pugliese vicina al collasso. L'affondo contro il governo regionale arriva dai sindacati della dirigenza medica, veterinaria e sanitaria. Quattordici sigle che, in una lettera aperta al presidente Nichi Vendola e all´assessore alla Salute, Alberto Tedesco, evidenziano un "codice rosso" per il sistema sanitario regionale. «È un allarme ingiustificato e ripetitivo, visto che il documento è dello stesso tono di un altro recapitato un mese fa, e comunque in questo arco di tempo sono stati fatti grossi passi in avanti», replica seccato il presidente della Regione. Lo scontro, però, rimane ed è destinato ad acuirsi con il passare dei giorni, alimentato anche delle opposizioni di centrodestra.


Secondo le organizzazioni sindacali dei dirigenti della sanità, «in un futuro molto prossimo, il sistema sanitario regionale non sarà in grado di far fronte ai bisogni di assistenza dei cittadini». Le responsabilità, a loro giudizio, vanno equamente ripartite fra governo centrale ed esecutivo regionale. Se i sindacati addebitano a Roma un disuguale riparto del fondo sanitario nazionale, che penalizza le Regioni meridionali, e l´incombente effetto del federalismo fiscale, alla giunta regionale rimproverano l´assenza di un serio e compiuto indirizzo programmatorio. A preoccupare è «la dispersione delle risorse, che non solo è concausa di fenomeni di malasanità, ma è anche offesa ai cittadini che sono chiamati a sostenere la fiscalità regionale».


Di qui la richiesta di eliminare una serie di criticità. I sindacati dei dirigenti ospedalieri elencano quelle che a loro giudizio sono più gravi: ritardo del varo del Piano regionale della salute e del connesso riordino ospedaliero e squilibrio dell´offerta assistenziale sul territorio. E ancora: mancata integrazione tra il servizio 118 e i dipartimenti di urgenza-emergenza. I sindacati attribuiscono al governo regionale anche «scelte politico-operative volte talora a soddisfare richieste campanilistiche, che poco si conciliano con l´interesse più generale», oltre che un accreditamento di strutture private, che avviene «al di fuori di una organica programmazione regionale e senza un adeguato controllo sulla qualità e sull´effettiva utilità delle prestazioni espresse». Per non parlare delle nuove Asl provinciali, a loro giudizio gestite male. Per questo i sindacati invocano «decisioni non contraddittorie, coraggiose e chiare, utili ad ottenere una sanità pubblica più attenta alla corretta e trasparente gestione delle risorse umane, tecnologiche e finanziarie».

Con le organizzazioni dei dirigenti ospedalieri si schiera il capogruppo di Forza Italia, Rocco Palese. «Hanno ragione da vendere i medici nel dire a Vendola che manca il coraggio delle scelte in campo sanitario, cosa peraltro che noi diciamo ormai da tre anni - accusa - Ma, purtroppo per la Puglia, siamo costretti ad aggiungere che mancano ormai da tempo anche il presidente Vendola e la sua maggioranza». Il governatore però contrattacca. «Non c´è nessun allarme rosso - dice - né mancanza di coraggio. C´è al contrario la consapevolezza di aver trovato di concerto con i soggetti coinvolti una strada maestra che ci porterà sicuramente a raggiungere l´obiettivo prefissato di una sanità più moderna, più efficiente e più vicina ai cittadini». Vendola rassicura i sindacati. «Il percorso di approvazione del Piano della salute è alle battute finali: l´approvazione in consiglio regionale è prevista entro la fine di luglio».
la Repubblica

ALFANO: Immunità alle alte cariche dello Stato per rispettare la volontà degli elettori

"Le alte cariche dello Stato devono poter svolgere serenamente il proprio lavoro cui sono stati demandati dagli elettori. I poteri dello Stato devono essere messi nelle condizioni di funzionare ciascuno secondo i compiti loro affidati dalla Costituzione". Lo ha affermato il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, illustrando in una conferenza stampa il “lodo” giudiziario per le quattro piu’ alte cariche dello Stato approvato dal Consiglio dei ministri.


Alfano ha presentato ai cronisti il disegno di legge composto da un unico articolo di otto commi, di cui l’ottavo relativo all’entrata in vigore. "Sono sospesi dalla data di assunzione fino alla cessazione della carica o delle funzioni i processi penali nei confronti del presidente della Repubblica, del presidente del Senato, del presidente della Camera e del presidente del Consiglio. La sospensione non impedisce al giudice l’assunzione delle prove non rinviabili; la prescrizione e’ sospesa; l’imputato vi puo’ rinunciare; la parte civile puo’ trasferire in parte civile la propria richiesta, con corsia preferenziale e termini ridotti della meta’".


Sulla questione della reiterabilita’ della norma c’e’ stato uno scambio di battute tra il Guardasigilli e una cronista durante la conferenza stampa. "Quando si parla di mandato e di non reiterabilita’ all’interno del mandato significa che se il presidente viene reincaricato continua a usufruire del lodo?" e’ stata la domanda. "Esattamente cosi’" ha risposto Alfano. "Non che se diventa capo dello Stato..." ha incalzato la cronista. "No - ha replicato il ministro -, le leggo il testuale della norma, comma 5: ’La sospensione opera per l’intera durata della carica o della funzione e non e’ reiterabile salvo in caso di nuova nomina nella stessa legislatura, nella medesima funzione’.


Alfano ha quindi parlato della possibilita’ che il premier Berlusconi subisca una condanna nel processo Mills che lo vede imputato per corruzione in atti giudiziari: "Il presidente del Consiglio non ha l’obbligo giuridico di dimettersi in caso di condanna. Ha ribadito la propria innocenza piu’ volte. Ha, da cittadino, utilizzato la norma del codice che prevede la ricusabilita’ del giudice". Con l’approvazione del disegno di legge, ha osservato Alfano, "abbiamo fatto un lavoro serio di intervento in riferimento ai punti deboli del ’lodo Schifani’ (bocciato dalla Consulta quattro anni fa, ndr), quelli individuati come incostituzionali dalla Corte.


Crediamo inoltre di aver riaffermato i principi che invece erano stati valutati positivamente e non e’ detto che la Consulta debba pronunciarsi nuovamente sul provvedimento. Se nessuno eccepira’ la costituzionalita’ di questa legge la Corte non avra’ motivo di pronunciarsi e la legge dispieghera’ i suoi effetti senza passare nuovamente al vaglio della Corte".

Nel Consiglio dei Ministri, ha chiarito il ministro della Giustizia, non e’ stato affrontato il tema delle intercettazioni, in quel caso saranno ascoltate le posizioni espresse dalla Federazione nazionale della stampa. Infine un precisazione: "Non c’e’ nessuno nesso tra le norme del decreto sicurezza e il disegno di legge appena approvato dal Consiglio dei ministri". Quanto alla polemica tra politica e magistratura Alfano ha ribadito: "Non c’e’ una guerra con le toghe, noi non siamo in guerra con nessuno. Noi siamo dell’idea che la magistratura debba svolgere il proprio lavoro, siamo dell’idea che il governo chiamato a governare da 18 milioni di italiani debba svolgere il suo lavoro e che il potere legislativo debba fare le leggi.


Io credo che la soluzione per una fisiologica vita democratica e’ che ciascuno si attenga al proprio mestiere e ciascuno faccia fino in fondo il proprio dovere". Al Csm, Alfano ha fatto un appello: "Non puo’ essere il primo giudice della costituzionalita’ delle leggi. Gli eventi di questi giorni ci hanno amareggiato. Il Csm deve comunicare al ministro, non alle agenzie di stampa. Il principio di leale collaborazione tra il ministro della Giustizia e il Csm si fonda su una sobria comunicazione e su un rapporto istituzionale molto austero e severo che certamente non puo’ prevedere anticipazioni di bozze che non sono ancora state valutate dalle commissioni competenti del Csm, ne’ tantomeno dal plenum".

Più servizi per Marina di Chiatona

Due Comuni insieme guardano al litorale di Chiatona. Le due amministrazioni, infatti, continuano a sperimentare con successo la gestione associata di quella fetta di territorio. Dopo l’esperimento riuscito di attivare sul litorale il servizio di Polizia Municipale, quest’anno hanno pensato di avviare nuovi servizi per la comunità dei bagnanti e dei residenti. Il 118 e l’ufficio turistico troveranno posto tra le strutture di Chiatona. In Consiglio comunale a Palagiano, l’altra sera, è stata approvata la convenzione con la quale si avvia la gestione associata col vicino Comune di Massa¬fra per i due nuovi servizi. Entro novanta giorni verrà individuato il sito presso il quale prenderanno posto vigili urbani, medici e segretari dei due uffici turistici comunali. Intanto si attendono gli allacciamenti alla rete idrica, per i quali il sindaco Rocco Ressa promette: “Ci saranno entro la fine della stagione”. Tempi più lunghi invece per la fogna. Il depuratore è ancora da collaudare. Taranto Sera

venerdì 27 giugno 2008

I FATTI DEL BUONGOVERNO: Dal decreto fiscale, tagli, risparmi e benefici

passato all’esame del Senato. Uscito con i tagli portati dal decreto su Ici e straordinari, torna il finanziamento per il Fondo per il trasporto pubblico locale previsto dalla scorsa Finanziaria. La relazione tecnica rileva come il fondo sia ripristinato nelle quantità previste dalla Finanziaria: 113 milioni per il 2008, 130 per il 2009 e 110 per gli anni 2010 e 2011.

Trecento milioni in arrivo per le Fs, mentre Anas avrà la possibilità di accedere ad anticipazioni di cassa, da reintegrare entro fine anno, ma non per finanziare la spesa corrente. Anas potrà usare le anticipazioni per far fronte “alle obbligazioni già assunte per la realizzazione degli interventi previsti nel contratto di programma 2003-2005 e in accordi pregressi a valere su residui passivi degli anni 2002 e precedenti”’.
Risparmi per 19 milioni l’anno dalla ‘stretta’ sulle assenze per malattia e permessi retribuiti per i dipendenti della pubblica amministrazione: lo stima il governo nella relazione tecnica al decreto che insieme al Ddl compone la manovra. Il risparmio lordo ammonta a 38 milioni di euro l’anno, che si riducono “tenendo anche conto degli adempimenti a carico delle strutture sanitarie”. Per la ‘stretta’ vengono prese in considerazione le posizioni di circa 2 milioni di dipendenti pubblici con contratto a tempo indeterminato esclusi quelli delle regioni, autonomie e sanità e come base di calcolo si considera una quota media giornaliera di 6,5 euro al lordo degli oneri riflessi. Infine, vengono prese in esame circa sei milioni di giornate di assenza per le quali non viene corrisposto il trattamento economico accessorio.

Arrivano 22,1 milioni l’anno dall’aumento dal 12,5 al 20% della tassazione sugli interessi corrisposti dalle società cooperative a persone fisiche. Lo spiega la relazione tecnica al decreto che contiene parte della manovra triennale del governo. Il gettito atteso passa, fin dal 2008, dai 36,8 milioni di euro a 59 milioni di euro. Il decreto, inoltre, eleva dal 30 al 55% la quota degli utili netti annuali destinati a “riserve indivisibili che concorrono alla formazione del reddito imponibile delle cooperative di consumo e loro consorzi”. A legislazione vigente, il gettito è di 24,8 milioni di euro. Con le norme del decreto, il gettito crescerebbe di 23,3 milioni di euro per arrivare a un totale di 48,1 milioni per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010.

La Robin Hood tax porterà nel 2008 200 milioni di euro da destinarsi al fondo di solidarietà per i meno abbienti, le cui risorse verranno redistribuite con la social card. Altri 60 milioni nel 2008 (sempre per la social card) verranno sempre dal decreto (a regime varrà circa 500 milioni). Nella relazione tecnica del provvedimento, si specifica che per i settori petroliferi e del gas si incrementa l’aliquota di produzione, con un gettito atteso di circa 300 milioni di cassa per il 2009, e si stabilisce che all’aliquota si estende la disciplina dei versamenti in acconto: dal novembre 2008 si anticiperà “il gettito dovuto per l’anno in corso versando nel mese di novembre il 100% del valore dell’aliquota di prodotto dovuto per l’anno precedente”. Dall’aliquota di produzione legata al prezzo del greggio arriveranno 300 milioni e dall’addizionale Ires di 5,5 punti sul settore energetico verranno 849 milioni l’anno in termini di competenza. I maggiori introiti 2008 saranno contabilizzati l’anno prossimo, insieme al quelli di competenza del 2009, portando una tantum l’introito per l’erario a 1.698 milioni.

In arrivo 110.000 accertamenti fiscali in più rispetto a quelli del biennio 2007-2008 e il governo prevede “maggiori entrate per cassa per il solo 2011 pari a 610 milioni di euro”. Lo si legge nella relazione tecnica che accompagna il decreto legge della manovra triennale. A questo si aggiunge il contrasto alle frodi Iva (210 milioni nel 2009, 220 nel 2010 nel 2010 e 440 nel 2011) e un piano straordinario di controlli finalizzati all’accertamento sintetico (170 milioni, 290 e 520 milioni nei tre anni). Del pacchetto antievasione fa parte anche il contrasto alle residenze fittizie all’estero. Il maggior gettito atteso è di 5 milioni nel 2009, 100 nel 2010 e 200 nel 2011.

Deducibilità degli interessi passivi limitata al 97% per il 2008 e al 96% a partire dal 2009, dall’attuale 100%. È quanto prevede la ‘stretta fiscale su banche e assicurazioni contenuta nel decreto sulla manovra. Per le assicurazioni di prevede anche che la variazione della riserva sinistri sul ramo danni, per la parte riferibile alla componente di lungo periodo, è deducibile nella misura del 30% dell’importo iscritto a bilancio (contro il 60% attuale). L’eccedenza è deducibile in quote costanti nei 18 esercizi successivi (anzichè 9). È considerato componente di lungo periodo il 75% (anzichè il 50%) della stessa riserva sinistri. Fisco più pesante anche sui fondi immobiliari. L’aliquota sui redditi da capitale derivanti da partecipazioni a fondi immobiliari sale dal 12,50% al 20%. Inoltre, per i fondi immobiliari ‘familiari’ si applica un’imposta patrimoniale dell’1% sull’ammontare del valore netto.

I FATTI DEL BUONGOVERNO: Decreto sicurezza, rispettati gli impegni con gli italiani

È passato al Senato, con ampia maggioranza, il decreto sicurezza. L’esecutivo mantiene così gli impegni assunti con gli italiani e volta pagina, con misure mirate, responsabili, adottate per restituire ai cittadini una maggiore sicurezza e una più salda fiducia nelle istituzioni.I provvedimenti previsti nel decreto costituiscono una svolta, chiudono un periodo di lassismo e di incertezza del diritto e della pena che, soprattutto durante lo sgoverno delle sinistre, avevano diffuso fra gli italiani un crescente senso d’insicurezza di fronte agli attacchi una malavita diffusa, rinforzata dagli innesti di criminalità straniera. Lo Stato finalmente c’è e risponde alle attese dei cittadini dotandosi di strumenti più efficaci e incisivi per contrastare la criminalità organizzata e comune, per ridurre la presenza degli immigrati clandestini e per rendere più certa e rapida la macchina giudiziaria.

Immigrazione – L’Italia non sarà più il “ventre molle d’Europa ”Col decreto si ampliano i casi d’espulsione su ordine del giudice per gli stranieri condannati. Viene espulso chi è condannato a due anni di reclusione (prima il limite minimo per far scattare il provvedimento era di 10 anni). Se l’autore di un reato è un clandestino, si procede all’arresto immediato, anche se non c’è flagranza, si processa per direttissima.È passata anche la norma che considera la clandestinità un’aggravante: se a commettere un reato è un immigrato irregolare, la pena relativa sarà aumentata di un terzo. Il tam-tam dei nuovi negrieri, che organizzano i viaggi dei clandestini, non descriverà più l’Italia come un Paese “facile”, dal quale una volta arrivati non si viene mai cacciati, qualsiasi cosa si faccia. Nel decreto ci sono anche nuove, severe norme per colpire gli italiani che sull’immigrazione clandestina lucrano. Previsto il carcere dai sei mesi a tre anni per coloro che “al fine di trarre ingiusto profitto” affitta o dà alloggio agli irregolari. Prevista anche la confisca delle case date in fitto. Inasprite, inoltre, le pene per chi dà lavoro a immigrati senza permesso di soggiorno.

Processi: corsia preferenziale per i reati più gravi Per consentire che la giustizia possa perseguire più rapidamente i reati più gravi, vengono sospesi per un anno i processi relativi a reati meno gravi, che prevedano una condanna non superiore a 10 anni. Perché scatti la sospensione, questi reati meno gravi devono essere stati commessi prima del 30 giugno 2002 e lo stato della procedura deve essere fra l’udienza preliminare e il dibattimento di primo grado.
L’opposizione su questa norma ha imbastito una campagna di propaganda strumentale, sostenendo che sia stata introdotta per favorire il premier. È una menzogna, lo scopo e di dare la precedenza a processi per episodi gravi, per evitare – è successo troppo volte – che boss accusati di reati da ergastoli siano scarcerati per decorrenza dei termini, dato che la macchina giudiziaria è intasata da tante cause di minor rilevanza. Sono esclusi dalla sospensione, anche se il limite della pena possibile non supera i 10 anni, i processi in cui gli imputati sono detenuti, quelli per terrorismo, per reati contro i minori, per fatti di criminalità organizzata e per l’inosservanza delle norme di prevenzione degli infortuni sul lavoro. Come si vede, c’ anche una particolare attenzione per colpire i responsabili delle “morti bianche”.
A sgonfiare le tesi dell’opposizione, nei giorni scorsi, anche gli interventi di magistrati di diversi distretti, i quali hanno sostenuto la legittimità e l’utilità della sospensione in un sistema giunto quasi al collasso.

Criminalità comune C’è un grande impegno del governo per rendere più visibile la presenza e l’azione dello Stato nelle strade, nei quartieri, nelle periferie degradate.
Al potenziamento delle forze dell’ordine – per le quali il governo precedente aveva ridotto organici e mezzi – si affiancherà, in caso di emergenze particolari, l’uso dei militari, che saranno impiegati in non più di tremila uomini e per non più di sei mesi.Il giro di vite contro la malavita è netto: è stato anche ampliato il numero dei casi per i quali non si può più concedere la sospensione della pena: niente scarcerazioni facili per chi commette violenza sessuale o violenza sessuale di gruppo o spaccio di droga; saranno esclusi dalla sospensione anche i furti e le rapine commessi c on l’aggravante della clandestinità.Con l’introduzione di un’altra aggravante, nel decreto viene prevista la pena dell’ergastolo per chi uccide un ufficiale di pubblica sicurezza o di polizia giudiziaria.Proprio per rendere più coordinato e fruttuoso l’impiego di tutte le forze dell’ordine, sono previsti, poi, speciali poteri per i prefetti e per i sindaci. La polizia municipale avrà un ruolo più importante sul fronte della sicurezza. Sindaci e prefetti potranno segnalare gli immigrati da espellere o allontanare perché pericolosi per la pubblica sicurezza. Come si vede, tutte le misure determinato un contesto ampio e coordinato di prevenzione e di repressione, non sono misure slegate. Per rispondere a un’esigenza molto sentita dalla pubblica opinione, infine, sono state aumentate per pene (adesso andranno da 3 a 10 anni) per coloro che provocano incidenti mortali mettendosi alla guida ubriachi o sotto l’effetto di stupefacenti. I loro veicoli saranno confiscati.

Mafia e mafie Giro di vite anche contro la criminalità organizzata. Pene più severe (aumenta di due anni la reclusione per l’associazione mafiosa) e procedure più snelle per individuare e confiscare i beni dei boss e dei loro tirapiedi. I mafiosi già condannati, inoltre, non potranno usufruire del gratuito patrocinio. Va segnalato che le sanzioni più severe e il carcere duro previsto dall’articolo 41 bis, vengono estesi anche agli appartenenti alle mafie importate: cinese, russa, albanese, eccetera. Il crimine organizzato e globalizzato avrà vita meno facile.

CICCHITTO: Veltroni segue il partito dei giudici con Di Pietro

"A quanto sembra e’ stato tutto inutile: malgrado ripetuti ed autorevoli inviti alla cautela la maggioranza del Csm procede come un bulldozer sulla linea della contrapposizione in termini politici al Parlamento e al Governo con l’inusitata forzatura di arrogarsi il ruolo di anticipare un giudizio della Corte Costituzionale". Lo ha affermato Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera. "A questo punto emerge, in modo assai netto, che esiste un ’partito dei giudici’, la cui punta di diamante e’ l’Idv di Di Pietro. Veltroni aveva la grande occasione di rompere il cordone ombelicale con il partito dei giudici qualora avesse preso le distanze da questi nuclei della magistratura nuovamente in azione a Milano nel processo Mills contro Berlusconi. Forza Italia aveva fatto la sua parte quando, in occasione della pubblicazione delle intercettazioni telefoniche contro D’Alema e Fassino e delle iniziative giudiziarie di alcuni magistrati, non aveva cavalcato la tigre, ma anzi aveva preso le distanze con una scelta ’garantista’. Al contrario, invece Veltroni non fa questo salto di qualita’.


Le ragioni possono essere solo due: o, come testimonia il patto elettorale, tra Veltroni e Di Pietro c’e’ il filo nero di un rapporto fra un giustizialismo piu’ sofisticato e uno piu’ rozzo e forcaiolo, oppure Veltroni e’ prigioniero del demone che ha scatenato e quindi Di Pietro lo condiziona e lo trascina. Nell’una o nell’altra ipotesi fallisce la versione originaria del veltronismo, inteso come tentativo di fare del Partito Democratico una formazione politica davvero nuova e ’normale,’ e si afferma un esito negativo di un incrocio costituito da un mediocre buonismo mediatico subalterno al rozzo giustizialismo dell’IdV. Comunque Veltroni sta liquidando quel tanto di novita’ che il Partito Democratico sembrava voler esprimere e ritorna al Pds di Occhetto e di Violante, malgrado che quest’ultimo nelle sue ultime riflessioni mostri di aver superato quell’esperienza."

giovedì 26 giugno 2008

BERLUSCONI: Dialogo finito con questa opposizione giustizialista

"Dal 2006, 789 pm e magistrati si sono occupati di me per sovvertire il voto degli italiani. Non ci sono riusciti nel ’94, non ci riusciranno in questa occasione. Gli italiani hanno il diritto di farsi governare da chi hanno votato".Lo ha affermato Silvio Berlusconi, davanti alla platea della Confesercenti che è l’associazione dei commercianti vicina al centrosinistra, segnalando che “ molti pm vorrebbero vedermi così” simulando le manette ai polsi. “Prima - ha spiegato Berlusconi- passavo i sabati ad andare a trovare i miei collaboratori malati in ospedale, ora passo i sabati con i miei legali a preparare le udienze per contrastare il pm che mi attaccano. Eppure ho fiducia nei magistrati perche’ sono sempre stato assolto, ma dopo il calvario che ho dovuto subire tutti questi anni, mi indigno a vedere questa opposizione che invece di unirsi alla maggioranza sposa una linea giustizialista.”


Rispondendo a quanti ancora l’accusano di legiferare nel proprio interesse, il nostro presidente ha sottolineato: “Il mio interesse sarebbe stato di andar via dal paese e godermi i soldi che mi sono guadagnato e meritato. Quando questa opposizione non capisce un tale stato di cose il dialogo si spezza. Sono indignato nel vedere una democrazia in liberta’ vigilata, sotto il tacco dei giudici politicizzati. In una tale situazione non c’e’ piu’ possibilita’ di dialogo con una opposizione che e’ rimasta giustizialista". Parlando ai commercianti e agli artigiani di Confesercenti, il premier ha ribadito l’impegno a "lavorare per togliere i vincoli imposti da una serie di direttive europee che sono pesi insostenibili per imprese e cittadini". Nel suo ritorno a Bruxelles, il Presidente ha affermato di aver trovato "una Europa appesantita che e’ passata da 15 a 27 membri e che l’incidente irlandese ha bloccato nelle sue decisioni. E’ indispensabile invece che l’Unione europea si dia una politica di sicurezza comune che oggi non c’e’, una politica di difesa comune che oggi non c’e’, una politica dell’immigrazione comune che oggi non c’e’, una politica dell’energia comune che oggi non c’e’. Soprattutto, una politica comune delle imprese cui l’Europa non ha saputo dare risposte sul problema della scarsa competitivita’".

mercoledì 25 giugno 2008

SICUREZZA: Le novità del decreto legge sulla sicurezza approvato dal Senato

Stop ai processi fino al giugno 2002 per dare priorità a quelli per reati più gravi; 3mila soldati nelle città con compiti di vigilanza su obiettivi sensibili; una stretta sulle espulsioni per gli immigrati clandestini e aggravante della clandestinità, ma anche più poteri a sindaci e prefetti in materia di sicurezza e ordine pubblico. Queste alcune delle misure più rilevanti contenute nel decreto legge approvato oggi dal Senato e che ora passerà alla Camera. Ecco cosa prevede il provvedimento.

Stop a processi fino al giugno 2002: Priorità ai procedimenti per delitti puniti con l’ergastolo o con una reclusione superiore a 10 anni, ai delitti di criminalità organizzata, ai procedimenti con imputati detenuti e a quelli da celebrarsi con rito direttissimo e con giudizio immediato. Precedenza assoluta anche ai reati in violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro. Per favorire un iter più veloce per questi processi, saranno sospesi per un anno quelli per fatti commessi fino al 30 giugno 2002 che si trovino in uno stato compreso tra la fissazione dell’udienza preliminare e la chiusura del dibattimento di primo grado. Il corso della prescrizione rimane sospeso e riprende dal giorno in cui è cessata la sospensione. La sospensione non vale per i procedimenti sulle cosiddette ‘morti bianchè. Gli imputati che lo vorranno potranno comunque chiedere di essere giudicati.


Utilizzo dei militari nelle grandi città: Il ricorso a unità dell’esercito nelle grandi città sarà consentito ‘per specifiche ed eccezionali esigenze di prevenzione della criminalità’. Saranno 3 mila le unità che, per un periodo massimo di sei mesi (rinnovabile una volta) saranno a disposizione dei prefetti delle aree metropolitane o comunque densamente popolate per servizi di vigilanza a siti e obiettivi sensibili, nonché di perlustrazione e pattugliamento in concorso e congiuntamente alle forze di polizia. Saranno utilizzati preferibilmente carabinieri impiegati in compiti militari o comunque volontari delle stesse forze armate specificamente addestrati per i compiti da svolgere.

Ergastolo per chi uccide pubblico ufficiale: Per chi uccide un agente delle forze dell’ordine in servizio (poliziotti, carabinieri, finanzieri e altri agenti di pubblica sicurezza) la condanna sarà dell’ergastolo. Viene così introdotta un’ulteriore fattispecie tra quelle per cui scatta il carcere a vita.

Più reati senza sospensione carcere: Aumenta il numero dei reati per i quali non è concessa la sospensione della pena detentiva. Rimarrà in carcere chi commette atti osceni, violenza sessuale, violenza sessuale di gruppo, furto e tutti i delitti aggravati dalla clandestinità, ma anche chi spaccia sostanze stupefacenti e psicotiche. Per chi è incensurato non scatteranno più in maniera automatica le attenuanti generiche. Il giudice valuterà caso per caso a seconda della gravità del reato.

Più riti direttissimi,no a patteggiamento in appello: Per accelerare i processi, il decreto prevede l’obbligo, e non più la facoltà per il pubblico ministero (a meno che ciò non pregiudichi gravemente le indagini) di richiedere il rito direttissimo o il giudizio immediato per i reati per i quali sono previsti i riti speciali. Aumentano inoltre le fattispecie perseguibili con processo ordinario. Il pubblico ministero può procedere con il rito direttissimo nei confronti dell’imputato quando l’arresto in flagranza è già stato convalidato e quando lo stesso imputato abbia confessato o la prova della sua colpevolezza sia evidente. Il rito direttissimo diventerà la regola in relazione a tutte le indagini che non richiedono attività ulteriori da parte del pm. Anche per il giudizio immediato è stata introdotta la previsione della necessità come regola generale. Viene introdotto il divieto di patteggiamento in fase di appello: l’accordo tra le parti potrà aversi solo in fase di udienza preliminare. La sospensione della pena non potrà essere applicata per i reati in relazione ai quali ci sono esigenze di tutela della collettività.

Espulsione stranieri irregolari: Le nuove norme ampliano i casi di espulsione degli immigrati clandestini su ordine del giudice prevedendo analogo provvedimento per i cittadini comunitari, attraverso la misura dell’allontanamento di chi non ha reddito o delinque. Il limite della pena per applicare l’espulsione o l’allontanamento viene portato a due anni di carcere (ora è previsto a non meno di 10). Il giudice, in tutti i casi di condanna dello straniero o del cittadino comunitario a più di due anni di carcere, ne ordina il rimpatrio. Chi trasgredisce l’ordine di espulsione o di allontanamento è punito con la reclusione da uno a quattro anni. I Centri di permanenza temporanea (Cpt) e i Centri di permanenza temporanea e assistenza (Cpta) cambiano nome e diventano Centri di identificazione ed espulsione (Cie). Per chi dichiara una falsa identità a un pubblico ufficiale si prevede l’innalzamento del massimo della pena, che passa da tre a sei anni. Verrà punito con il carcere fino a sei anni anche chi altera parti del proprio corpo o del corpo di un altro. La pena è aggravata se è commessa da un medico o da un operatore del settore sanitario.

Aggravante clandestinità: Se chi commette un reato si trova illegalmente sul territorio nazionale le pene sono aumentate di un terzo. La nuova aggravante di clandestinità viene applicata sia agli extracomuniari che ai cittadini di Stati membri dell’Unione europea irregolarmente entrati in Italia. Carcere e confisca casa per chi lucra su affitti a immigrati: Carcere da sei mesi a tre anni per chi, a titolo oneroso, al fine di trarre ingiusto profitto, dà alloggio a uno straniero privo di titolo di soggiorno in un immobile di cui abbia disponibilità, o lo cede allo stesso anche in locazione. Con la condanna scatta anche la confisca del bene. La fattispecie dell’ingiusto profitto dovrebbe escludere i casi di chi ospita badanti o colf.

Sanzioni più dure per pirati strada ubriachi: Sanzioni più severe per chi guida in stato di ebbrezza o sotto l’effetto di stupefacenti prevedendo un’aggravante delle pene e delle sanzioni accessorie in caso di lesioni gravi o gravissime a persone o di omicidio colposo. Per l’automobilista ubriaco o drogato che causa incidenti mortali o feriti gravi è previsto il carcere da 3 a 10 anni, la confisca del veicolo e il ritiro della patente. Ulteriori inasprimenti della pena sono previsti per chi non si ferma a prestare soccorso. Per chi rifiuta di sottoporsi ai controlli per accertare lo stato di ebbrezza o l’assunzione di droghe non ci sarà più solo una sanzione amministrativa ma l’arresto da tre mesi a un anno con sospensione della patente e confisca del mezzo.

Più poteri a sindaci e prefetti: Più poteri a sindaci e prefetti in tema di sicurezza e ordine pubblico. Prevista la cooperazione tra la polizia locale (municipale e provinciale)e le forze di polizia statale, nell’ambito di direttive di coordinamento del ministero dell’Interno. Il sindaco può adottare provvedimenti ‘contingenti e urgenti’ per prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità pubblica e la sicurezza urbana. Anche al prefetto è dato un ruolo più attivo, consentendogli di intervenire con propri provvedimenti in caso di inerzia del sindaco e di predisporre gli strumenti necessari all’attuazione delle iniziative adottate dal primo cittadino per l’incolumità pubblica. In tema di contrasto all’immigrazione, il sindaco segnalerà alle competenti autorità gli stranieri irregolari da espellere (o i cittadini comunitari da allontanare).

Polizia municipale e capitaneria di porto hanno accesso al Ced del Viminale: Il personale della polizia municipale addetto ai servizi di polizia stradale accede direttamente al Centro elaborazioni dati del Viminale (Ced) per consultare lo schedario dei documenti di identità rubati o smarriti (fino a oggi poteva accedere solo allo schedario dei veicoli rubati o rinvenuti). Oltre alla consultazione dei dati del Ced (e questa è un’ulteriore novità) gli agenti di polizia municipale possono immettere dati acquisiti autonomamente. Possono accedere al Ced anche gli ufficiali e gli agenti di polizia giudiziaria della capitaneria di porto.

Lotta a contraffazione: Vengono introdotte norme specifiche in materia di distruzione delle merci contraffate sequestrate.

No a gratuito patrocinio per condannati mafia: I mafiosi già condannati non potranno più avvalersi del gratuito patrocinio.

martedì 24 giugno 2008

In Consiglio il sindaco invita al confronto per il bene della città

Ieri sera, nella'Aula consiliare, in apertura di seduta il capogruppo del PD, Cosimo Fedele, ha indicato come insufficiente l’operato dell’Amministrazione ed ha chiesto al sindaco di mettere in atto un nuovo modo di fare squadra, pur nella distinzione dei ruoli, per dare risposte alla Città. In particolare Fedele ha chiesto atti e provvedimenti urgenti nel settore Urbanistica, volano economico e di sviluppo del territorio: il completamento dell’Area 167, il Piano Regolatore Generale – P.U.G., il Piano a Mare e il recupero degli oneri di urbanizzazione. Il capogruppo della “Puglia prima di Tutto”, Cosimo Semeraro, ha evidenziato che l’ipotetico ritardo nel compiere atti è solo dovuto ad una salvaguardia della legittimità dei provvedimenti.


Il sindaco Tamburrano ha replicato alle accuse mosse da Fedele affermando che occorre rigenerare la politica e l’appartenenza a questa Città. Proseguendo in un appassionato intervento il primo cittadino, portando all’attenzione dei presenti quanto fatto, le difficoltà superate e le scelte coraggiose effettuate nell’interesse della collettività, ha invitato tutti i consiglieri a confrontarsi in maniera diversa, sempre per il bene di Massafra.


Tamburrano ha chiesto all’intero Consiglio una forte coesione per eliminare e allontanare “progetti negativi” da parte di personaggi politici esterni ai rappresentanti del popolo. A maggioranza è stato riconosciuto un debito fuori bilancio per la parte eccedente gli impegni di spesa per il conferimento di incarico legale in difesa dell’Ente. Ratificate le Delibere di Giunta Comunale aventi ad oggetto variazioni al bilancio per: rinnovo contratto di locazione; applicazione CCNL personale dipendente biennio economico 2006/2007; servizio di manutenzione del verde pubblico e pulizia spiagge; progetto “Sicuri per Crescere”; servizio trasporto scolastico; conferimento incarico libero professionista ad un ingegnere.


All’unanimità è stata approvata la ratifica della variazione al bilancio 2008 per la liquidazione dei contributi per calamità naturali dell’Anno 2003. Ritirato, in attesa del bando definitivo, il punto inerente l’indizione della gara per il servizio di accertamento e della riscossione dell’imposta comunale sulla pubblicità dei diritti sulle affissioni e della tassa occupazione temporanea e permanente degli spazi ed aree pubbliche e della tassa giornaliera per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani.


lunedì 23 giugno 2008

CICCHITTO: Veltroni al guinzaglio di Di Pietro e dei giustizialisti

"E’ spiacevole che Veltroni non si renda conto che a cercare di ricacciare l’Italia nel passato non è certo Berlusconi, ma un settore della magistratura che riparte all’attacco del presidente del Consiglio, così come sta avvenendo dal 1994 ad oggi". Lo ha affermato il capogruppo del Pdl Fabrizio Cicchitto, rispondendo a Walter Veltroni. "Certo, qualora Veltroni avesse assunto in questa occasione una posizione analoga alla nostra, quando non cavalcammo l’attacco a colpi di intercettazioni e iniziative giudiziarie contro D’Alema e Fassino, oggi certamente ci troveremmo in una situazione nuova. Invece, ancora una volta, come nel passato, Veltroni va al guinzaglio di Di Pietro e dei giustizialisti, arrivando a convocare una manifestazione per l’autunno. Ma questa linea di Veltroni è autolesionista perché gli vanifica la novità del Partito democratico e ricalca il peggio degli schemi del Pds e dell’ultima fase del Pci".

BERLUSCONI: Non esiste una norma salva premier ma salva tutti

"Non esiste una norma salva-premier. Ho indignazione di questo e diro’ ai miei legali che io non voglio approfittare di questa norma perche’ voglio allontanare qualunque sospetto. Questa e’ una norma salva-tutti". Lo ha affermato il nostro premier Silvio Berlusconi che ha annunciato una conferenza stampa per la prossima settimana, nella corso della quale denuncera’ "iniziative di pm e giudici che, infiltrandosi nel potere giudiziario, vogliono sovvertire la democrazia in Italia". Questa e’ una cosa che "non permettero’". Silvio Berlusconi ha parlato del processo Mills che lo vede imputato ed ha commentato: "Giuro sui miei figli che sono innocente. Non c’e’ nemmeno l’ombra dell’ombra" di una possibile colpevolezza. "Mi ritirerei dalla vita politica e cambierei paese". Si tratta di "fatti risibili, e’ una cosa che non posso sopportare".


E a Walter Veltroni, che nel suo discorso davanti alla platea di delegati dell’Assemblea costituente del Pd e’ tornato ad attaccare l’operato del governo e l’atteggiamento della maggioranza, il presidente del Consiglio ha replicato in modo deciso invitandolo a preoccuparsi delle "terrificanti" notizie sui conti di Roma. Se ci saranno conferme di una "bancarotta" gli amministratori di Roma saranno "falliti" che "non potranno piu’ governare. Che il responsabile di questi conti - ragiona il premier - si proponga come leader di una parte politica e’ incredibile". Poi aggiunge: "Ho fotografato un’emergenza che mi ha stranito. Spero che quel che appare non sia vero, perche’ non sapremmo come ripianarlo. Siamo tutti sbalorditi da quello che sta emergendo, sarebbe drammatico che i conti della capitale fossero davvero questi. È qualcosa che ha dell’incredibile, e’ un fatto allucinante. Stiamo parlando dell’amministrazione di Roma, che sia Rutelli, che sia la Giunta. Occorre fare una due diligence anche nell’interesse di chi ha gestito la citta’". Insomma, sembra praticamente finita la fine della "luna di miele" tra governo e opposizione. Anzi, spiega il premier, "veramente non c’e’ mai stata una luna di miele in Parlamento con l’opposizione. Ci sono state anzi forme di contrasto dure e direi anche eccessive".

domenica 22 giugno 2008

I sindaci all'Asl: nero su bianco il futuro degli ospedali

Quero e Montanaro: "Vogliamo leggere il Piano"

Venerdì mattina, nuova rappresentanza dei sindaci, che ha visto, seduti allo stesso tavolo il presidente della stessa, Martino Tamburrano, il sindaco di Mottola, Giovanni Quero, il primo cittadino di Ginosa, Luigi Montanaro e Raffaele Bagnardi quale sindaco di Grottaglie; assente, dunque, solo il sindaco di Manduria, Francesco Massaro, trattenuto da un impegno amministrativo. Una riunione essenziale, all’indomani dell’approvazione, da parte della Giunta regionale, del Piano della Salute, che, ai sindaci del versante occidentale risulta inaccettabile.
L’occasione è servita per firmare all’unanimità una richiesta ufficiale, con la quale la rappresentanza chiede al direttore generale dell’Asl TA/1, Domenico Colasanto di fornire, per iscritto, l’ipotesi di quello che sarà il nuovo assetto della rete ospedaliera ionica, quale diretta conseguenza del Piano della Salute, firmato Vendola. “Solo quando avremo conosciuto di concreto quello che sarà il reale futuro dei nostri ospedali e non quello che vorrebbero far crede e far passare per vero alcune parti politiche – rimarca il sindaco Quero - potremo esprimerci. Per fare le opportune valutazioni, bisogna partire dalle carte, dalle quasi duecento pagine del Piano della Salute e non da affermazioni velleitarie”. Del resto, solo la destinazione stabilita per il “SS. Annunziata” di Taranto (struttura ospedaliera di riferimento) è stata ampiamente condivisa dalla rappresentanza dei sindaci.
“Le strutture di Mottola e Massafra – spiega il sindaco di Mottola - sono destinate a scomparire e Castellaneta sarà ridotto ad ospedale di base”. L’Umberto I mottolese, nello specifico, vedrà ridurre i suoi posti letto a 70, ridimensionandosi - secondo il primi cittadino - a mero poliambulatorio. “Ma dove sono finiti – incalza Quero – gli sforzi compiuti, affinchè l’ospedale mottolese decollasse come centro di riabilitazione d’eccellenza? Si sono spesi miliardi di vecchie lire per una struttura, che ora rischia di essere chiusa, mentre, paradossalmente, si pensa alla costruzione di altri nosocomi. Si tratta di un vero furto perpetrato ai danni della comunità mottolese, che non può passare inosservato. Infatti, Mottola – annuncia Quero - nei prossimi giorni farà sentire forte la sua voce alla Regione Puglia, per evitare che quanto fatto sino ad oggi venga vanificato”.
“Noi – è l’opinione del sindaco di Ginosa, Luigi Montanaro – non diciamo no alle nuove strutture, purché la Regione non provveda a scippare specialità, reparti e realtà ospedaliere già esistenti, che andrebbero, invece, potenziate e non declassate, per poter rispondere in maniera qualificata alle richieste di buona sanità pubblica, che arrivano dai cittadini”.

Maria Florenzio (Corriere del Giorno)

QUAGLIARIELLO: La piazza agitata da Veltroni non ci intimorisce

"La piazza e’ uno dei luoghi della democrazia se non viene strumentalizzata a fini impropri. Se Veltroni crede di intimorirci agitando lo spauracchio della piazza si sbaglia di grosso. Anche in campagna elettorale era solito vantarsi per i successi numerici dei suoi comizi. E si sa come e’ andata a finire per il Pd: piazze piene, urne vuote. Per quanto ci riguarda, va benissimo cosi’". Lo ha dichiarato Gaetano Quagliariello, vicepresidente vicario dei senatori PdL.

sabato 21 giugno 2008

Il derby fra Tagliente e Tamburrano

Il centrodestra ci crede. Molto più di cinque anni fa, quando a Gianni Florido oppose Michele Tucci, che allora era l’intoccabile vicesindaco al fianco di Rossana Di Bello. In quel risultato c’erano forse le prime avvisaglie di quel che sarebbe accaduto di lì a poco quando la crisi al Comune deflagrò nella disfatta della coalizione. La candidatura di Tucci aveva diviso, lo stesso candidato gridò al tradimento. Era evidente che in quella che allora si chiamava Casa delle Libertà c’erano tensioni troppo forti da superare. Questa volta però lo scenario è diverso.

L’onda lunga del successo elettorale alle politiche potrebbe dispiegare ancora i suoi effetti da qui ad un anno, quando i tarantini saranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo presidente della Provincia. Ma a chi affidare la missione di riprendersi il Palazzo del Governo? Martino Tamburrano, sindaco di Massafra, si muove da candidato in pectore. Anche con dichiarazioni sorprendenti, come il suo suggerimento ai consiglieri comunali tarantini del Pdl di votare a favore del bilancio presentato dall’amministrazione Stefàno.

E’ chiaro che Tamburrano cerca una strategia di largo respiro. E’ l’uomo che cerca il dialogo oltre gli steccati di appartenenza. Vuole parlare con Cito, ma anche con l’Udc. Anche se con Scalera e con il suo concittadino Cofano i rapporti, politicamente parlando, non sarebbero idilliaci. Tamburrano — il cui vero obiettivo potrebbe anche essere l’elezione nel prossimo consiglio regionale (si vota nel 2010) — dovrà comunque guardarsi dall’agguerrita concorrenza interna. Da Taranto, infatti, scalpita Nicola Tagliente, che dalla sua ha la non secondaria caratteristica di avere cittadinanza tarantina. Ed il capoluogo vorrebbe tornare a contare qualcosa dopo il trattamento subito alle elezioni politiche, quando nessun candidato del capoluogo è stato inserito in posti utili nelle liste per la Camera ed il Senato.

La candidatura ala Provincia rappresenterebbe un’ottima compensazione. Fin qui se la maglia di candidato del Pdl dovesse essere affidata ad un uomo dell’area di Forza Italia. Ma questa scelta potrà essere compiuta solo avendo come riferimento lo scacchiere regionale. Si voterà infatti anche a Bari, Brindisi e Lecce, città nelle quali è già possibile che Forza Italia giochi un ruolo di primo piano nelle candidature. A quel punto a Taranto potrebbe entrare in gioco Alleanza Nazionale, che avrebbe già pronti due cavalli giovani ma di razza: Pietro Lospinuso e Leonardo Conserva. Se invece si vorrà puntare sulla maggiore esperienza sarebbe pronto anche il senatore Giuseppe Semeraro. E poi c’è da valutare l’incognita Cito. Che fare con il movimento dell’ex sindaco? L’ambiguo rapporto di AT6 con l’amministrazione Stefàno non farebbe spingere per la ricerca di un accordo. Ma da qui ad un anno se ne potrà parlare.



E.F. Taranto Sera

I sindaci : «Subito il piano ospedaliero»

TARANTO - Non si perda altro tempo e soprattutto non si alimenti ulteriore confusione. Deve essere stato questo lo spirito con il quale, questa mattina, presso la sede centrale dell’Asl si è conclusa la riunione della rappresentanza dei sindaci per la sanità. Presenti i primi cittadini di Massafra, Grottaglie, Mottola e Ginosa. Punto fondamentale della convocazione il piano di riordino ospedaliero da valutare alla luce del Piano della Salute recentemente approvato dalla giunta regionale. Linee guida che dal governo pugliese dettano ai direttori delle Asl per pianificare e gestire la sanità. Linee guida su cui tracciare, quindi, anche il disegno ospedaliero. Sul futuro degli ospedali ionici c’è al momento una gran confusione.

I sindaci del centrodestra parlano di declassamento e perdita di strutture anche di nuova costruzione nel versante occidentale, mentre ieri il Pd elogiava i contenuti del Piano della Salute escludendo penalizzazioni per il territorio. Dalla rappresentanza, questa mattina, si è levata la presa di posizione nei confronti dell’Asl ionica a cui spetta definire i progetti per gli ospedali ionici. Per questa ragione, all’unanimità dei presenti (mancava solo il sindaco Massaro di Manduria) è stato deciso di chiedere al dg Colasanto di presentare urgentemente una ipotesi di piano di riordino su cui procedere poi con un’analisi attenta. In merito alle ultime dichiarazioni la rappresentanza ha, inoltre, fatto annotare in verbale che vengano diffuse notizie anche da personaggi istituzionali che anticipano soluzioni che non sono note. I sindaci, in altre parole, non hanno ancora alcun documento che attesta quale futuro spetta ai singoli ospedali ionici. MARIA DE BARTOLOMEO (Taranto Sera)

FITTO: Nessun taglio alla Sanità ed eviteremo anche il ticket

“Il Patto della Salute non è stato toccato in alcun modo. Da una prima previsione di un miliardo di euro di tagli, il Governo, tra mille sforzi e sacrifici, è prima sceso a 250 milioni, poi è riuscito a scongiurare anche quelli, quindi il Fondo Sanitario Nazionale non viene ridotto neanche di un euro”. Lo ha affermato il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, che ha spiegato: “Quanto all’ingiusto ticket da 10 euro sulle prestazioni specialistiche introdotto nel 2007 dal Governo Prodi e poi sospeso è una scelta che non abbiamo fatto noi e che non condividiamo. Troveremo comunque il modo di scongiurarne la reintroduzione.


Il Presidente Errani ha ragione quando dice che la soluzione deve arrivare dal Governo, ma bisogna anche comprendere che questo Governo ha già compiuto sacrifici enormi per scongiurare il previsto taglio alla sanità. Abbiamo ridotto drasticamente la spesa per il funzionamento dello Stato e della politica, abbiamo garantito la copertura di provvedimenti coraggiosi che stanno già incidendo positivamente sui bilanci delle famiglie e delle aziende italiane. Nella prossima settimana torneremo a sederci al Tavolo con le Regioni per trovare la soluzione. Mancano all’appello 834 milioni di euro da reperire con interventi normativi, perché al momento, purtroppo, non è possibile un ulteriore trasferimento da parte dello Stato.


Una soluzione - ipotizza il Ministro - potrebbe essere quella di incidere in modo minimo su alcune voci di spesa che non intaccano i servizi ai cittadini e consentirebbero alle Regioni di recuperare le risorse per coprire il mancato introito del ticket. Penso, per esempio, ad una riduzione minima, basterebbe anche solo il 10%, di alcuni costi come: le indennità di Direttori Generali, Sanitari ed Amministrativi delle ASL, dei Collegi Sindacali, dei Nuclei di valutazione, delle Commissioni per invalidità civile, delle Commissioni giudicatrici per l’espletamento dei concorsi, delle Commissioni di Collaudo per le acquisizioni di beni e servizi e di alcune voci analoghe.


Ne discuteremo con le Regioni, ma sarebbe certamente un bel segnale se insieme riuscissimo a scongiurare la reintroduzione di una tassa ingiusta e odiosa come il ticket sulle prestazioni specialistiche, con interventi di questo tipo che incidono in maniera assolutamente marginale sui destinatari, non intaccano la spesa per i servizi ai cittadini e al tempo stesso dimostrano la volontà di uno sforzo comune. Su questo terreno ci aspettiamo, e saremo naturalmente disponibili ad accogliere, ulteriori proposte responsabili che ci arriveranno dalle Regioni”.

FINANZIARIA: Una manovra per le famiglie

La manovra varata dal governo, con lodevole anticipo su tempi e riti della vecchia Finanziaria (che si concludeva con l’“assalto alla diligenza”), avrà un positivo effetto di cambiamento e di modernizzazione su molteplici settori della vita italiana. È una svolta, mobilita tutte le energie del Paese per rilanciarlo, incide con decisione su spesa pubblica improduttiva e pastoie burocratiche. Ma innanzitutto la manovra dà un aiuto concreto alle famiglie italiane in difficoltà, strette fra inflazione e pressione fiscale.


Social card – A un milione e 200 mila pensionati indigenti sarà consegnata, al momento di ritirare l’assegno vitalizio, una carta prepagata del valore di 400 euro all’anno con la quale potranno fare acquisti per i generi di prima necessità. Nei supermercati convenzionati otterranno uno sconto del 10 per cento; potranno usare la carta anche per pagare le bollette, nel qual caso lo sconto arriverà al 20 per cento. Per non umiliare questi italiani meno fortunati, la social card sarà anonima, ma, come la tessera del Bancomat, avrà un codice.È un’innovazione che punta a sostenere i redditi dei meno abbienti: è una misura squisitamente sociale, ma contribuirà a aiutare la ripresa dei consumi, del mercato interno.


Sanità – Per quest’anno non sarà introdotto nessun ticket sulle prestazioni specialistiche; nel 2009 ciascuna Regione deciderà se introdurre o meno un contributo a carico degli assistiti. Ad ogni modo, fino al 2010 non ci sarà alcuna riduzione della spesa sanitaria, anzi aumenteranno gli stanziamenti per il servizio sanitario nazionale grazie a un’intesa fra Stato e Regioni che si raggiungerà entro il 31 luglio prossimo.Sono stati stanziati 322 milioni di euro, poi, per il rinnovo del contratto dei medici di base e per realizzare il collegamento telematico in rete degli stessi sanitari, così da arrivare alla “ricetta elettronica”.


Giovani coppie – A conferma dell’attenzione che l’esecutivo di centrodestra riserva alla famiglie, sono previste agevolazioni per le giovani coppie che desiderano acquistare casa.


Buoni prepagati per i lavori occasionali – Una parte rilevante della manovra punta alla riduzione degli adempimenti burocratici che ostacolano l’utilizzo dei lavori saltuari, occasionali, stagionali. Per favorire le famiglie e le piccole imprese, saranno introdotti i “voucher” prepagati, comprensivi di tasse e contributi. Si impiegheranno per retribuire baby-sitter, il lavoro occasionale di giovani sotto i 25 anni, i lavori stagionali come la vendemmia. Famiglie e imprese saranno affrancate dall’obbligo di code negli sedi dell’Inps o in altri uffici pubblici.


Leggi inutili – La semplificazione non si ferma qui: la manovra porterà anche all’eliminazione di 6 mila leggi inutili, circa il 30 per cento del totale. Le norme che cadranno sono tutte quelle che attualmente complicano la vita degli italiani: ad esempio, la tassa sulle bilance. Imprenditori e privati cittadini non dovranno più perdere tempo e denaro per compilare moduli e fare code in più di un ufficio.


Enti inutili – Con la stessa decisione, la scure calerà su tutti gli enti che abbiano un organico inferiore alle 50 unità. La misura comporterà ulteriori semplificazione nella jungla delle competenze incrociate, ma determinerà anche innegabili risparmi.


Statali – Occorre tagliare la spesa pubblica qualificando, nel contempo, l’operatività e la produttività della pubblica amministrazione. Il governo avvierà presto la trattativa per il rinnovo del contratto degli statali, però varerà una serie di norme per colpire i “fannulloni”. Sarà ridotto il ricorso al lavoro flessibile e alle consulenze esterne agli enti pubblici; sarà possibile licenziare i dipendenti che presentano certificati medici falsi o false attestazioni di presenza. Avrà vita dura chi arreca “gravi danni al funzionamento degli uffici” per “incompetenza professionale o inefficienza. Inoltre, anche contro la pubblica amministrazione sarà possibile la “class action”.


Infrastrutture – Le infrastrutture e le grandi opere si faranno. Secondo stime attendibili, la congestione del traffico costa al sistema Italia 19 miliardi di euro, quindi via all’alta velocità fra Milano-Verona, via alla Tav Torino-Lione, via al Ponte sullo Stretto e alle nuove autostrade in Lombardia e alla Roma-Formia. L’impegno finanziario per la realizzazione di queste opere è rilevante, le risorse pubbliche non sono sufficienti, si coinvolgeranno gruppi di finanziatori privati e gli enti locali nei cui territori ricadono le opere. Il precedente governo aveva cancellato alcune delle infrastrutture già in programma, ma la manovra ha rimosso le cancellazioni. L’ammodernamento del Paese s’ha da fare.


Liberalizzazioni – Riparte il programma delle liberalizzazioni vere, comprese quelle dei servizi pubblici locali. E per rendere meno pesante il rincaro dei carburanti, oltre alla riduzione degli oneri fiscali, sarà razionalizzata e ristrutturata la rete distributiva, consentendo che anche al supermercato si possa fare il pieno.


Giustizia più rapida – Nel nostro Paese c’è un arretrato di quasi 5 milioni di processi civili. È un dato che si ripercuote negativamente sul sistema economico e scoraggia gli investimenti esteri. La manovra contiene misure volte ad accelerare i processi: sanzioni e decadenza per chi rallenta le procedure o non si presenta in udienza per due volte; la possibilità di eseguire notifiche per posta elettronica. Inoltre, previsto il rito sommario per le cause che hanno per oggetto una somma di denaro, la possibilità di rendere testimonianza per iscritto, senza recarsi all’udienza, l’ampliamento della competenza dei giudici di pace.


Robin Hood tax – Le risorse per la manovra saranno reperite principalmente, come s’è visto tagliando e razionalizzando la spesa pubblica, eliminando gli sprechi, riducendo gli oneri degli apparati burocratici. Ma sarà attuata subito, per finanziare il sostegno ai cittadini più deboli, anche la “Robin Hood tax” sugli utili realizzati dai petrolieri. Il nuovo meccanismo farà emergere le plusvalenze sugli stock di greggio acquistati a basso prezzo, prima che cominciasse la corsa al rialzo del barile. La nuova tassa agisce infatti sulle scorte di magazzino, sull’entità dei diritti minerari e sull’Ires (l’imposta sul reddito delle società) che passa dal 27,5 al 33 per cento.


Evasione fiscale – Sarà potenziato il contrasto all’evasione fiscale: la manovra prevede un giro di vite contro i cosiddetti “paradisi fiscali”. Tanti cittadini italiani, Vip e non solo, eleggono residenza all’estero, in Paesi più morbidi in materia di tasse, per sfuggire al nostro sistema fiscale. Nel disegno di legge sulla manovra c’è un articolo che recita: “Gli italiani residenti nei paradisi fiscali devono essere considerati fiscalmente italiani”.

venerdì 20 giugno 2008

Ici, "taglio" da 102 euro

Addio all’imposta comunale sulla prima casa: in media si risparmiano più di 100 euro. I crispianesi più di tutti: 225 euro
I Comuni perdono quasi 10 milioni, ma vengono rimborsati dal Governo. Ecco quanto ci guadagnano i contribuenti


Giugno era il mese dell’estate e dell’Ici. Da quest’anno solo dell’estate: e già questo è un guadagno non da poco. Esattamente 102 euro a testa, centesimo più centesimo meno, per i cittadini ionici. E’ il frutto di uno studio del Corriere, ottenuto incrociando il gettito per la prima casa accertato nel 2006 (l’ultimo certificato e che scomparirà dai prossimi bilanci), con il numero delle abitazioni principali denunciate dai Comuni nei conti consuntivi dello stesso anno. Il risultato è ciò che ogni capo famiglia si è chiesto e ha poi calcolato nelle sue tasche: quanto si risparmia? Ma partiamo dal principio.

La novità è che il taglio dell’Ici sulla prima casa è arrivato, come promesso dal nuovo Governo, ad alleviare i conti delle famiglie. Per la verità la boccata d’ossigeno era cominciata col precedente esecutivo: Prodi e Tps (quello delle «tasse bellissime») nella Finanziaria 2008 avevano inserito una sforbiciata del 40%. Tremonti-Robin Hood, col decreto fiscale di maggio, ha tagliato tutto il resto: cioè il 60%. Dunque: addio Ici, la ormai famigerata imposta comunale sugli immobili. L’azzeramento sulla prima casa è infatti operativo dal primo acconto di giugno e riguarderà anche le pertinenze, dal garage, alla cantina e fino alla soffitta. L’esonero è poi esteso anche ad alcune ipotesi assimilabili alla prima casa, tra cui gli immobili delle cooperative edilizie a proprietà indivisa, gli immobili degli Iacp regolarmente assegnati, l’ex casa coniugale assegnata al coniuge separato o divorziato; oppure gli immobili che i regolamenti comunali assimilano ad abitazione principale, come quelli concessi in uso gratuito a parenti in linea retta o collaterale. Resteranno fuori, invece, ville, castelli e abitazioni di lusso: per chi ce l’ha...


Anche per i comuni ionici, stando alle rassicurazioni del ministro dell’Economia, al “sacrificio” (un minor gettito di poco meno di 10 milioni di euro) corrisponderà un rimborso integrale con la riduzione di voci d’incremento di spesa discrezionale della spesa pubblica, tramite un fondo ad hoc inserito nel bilancio del ministero dell’Interno. Nel mirino di Tremonti ci sono gli incrementi di spesa contenuti nel decreto mille proroghe e nella Finanziaria per il 2008, accompagnati dal congelamento dell’aumento dei tributi locali, dalla Tarsu all’addizionale Irpef, in attesa della definizione dei contenuti del nuovo patto di stabilità interno.


Non rientrano nel blocco gli aumenti destinati alle regioni in deficit e quelli inseriti negli schemi di bilancio di previsione già presentati dalle Giunte al Consiglio per l’approvazione. Per fare un esempio: Martina rischia di veder sfumare l’aumento della Tarsu (del 70%) deciso dopo il decreto fiscale. Ma chi sono i proprietari di prima casa più fortunati? Stando ai nostri calcoli, ai crispianesi resteranno in tasca mediamente 225 euro a testa. Seguono: Maruggio (214), Leporano (210), San Giorgio Jonico (190), Statte (184), Castellaneta (173), Avetrana (118), Pulsano (99), Massafra (96), Ginosa (79). Tutti gli altri dovranno accontentarsi di risparmi via via inferiori. Ultimi i rocchesi: stando agli accertamenti 2006 del più piccolo comune della provincia e al numero di abitazioni principali dichiarate, il taglio è infatti di sole 11 euro a cranio. Evidentemente, grazie alle detrazioni, il “grosso” era stato levato prima.



Massimo D’Onofrio (Corriere del Giorno)


giovedì 19 giugno 2008

VITO: Gasolio meno caro per la pesca, l'agricoltura e i tir

Autotrasporto, pesca e agricoltura. Sono questi i settori che stanno soffrendo maggiormente il caro-carburanti ed e’ a questi che il Governo sta dedicando "alcune misure di breve periodo" che verranno inserite nella manovra oggi al varo del Cdm per contrastare gli effetti negativi del boom dei prezzi di benzina e gasolio. Lo ha spiegato durante il question time il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, sottolineando che tali misure sono "finalizzate a dare risultati economici per i cittadini e in particolare per alcune categorie professionali particolarmente colpite come autotrasportatori, pesca e agricoltura". In particolare, per questi tre comparti, "sono previste misure di riduzione della fiscalita’, sterilizzando la base imponibile e riducendo l’aliquota sul carburante".

CONSIGLIO DEI MINISTRI: Varata la manovra, pareggio di bilancio nel 2011

Il Consiglio dei Ministri ha approvato una manovra, articolata su un decreto-legge ed un disegno di legge, per il varo di disposizioni complessivamente volte a promuovere lo sviluppo (anche mediante misure di semplificazione di procedimenti amministrativi concernenti la liberta’ di iniziativa economica), a restituire potere d’acquisto ai cittadini, a razionalizzare l’efficienza e l’economicita’ dell’organizzazione amministrativa, a perseguire obiettivi di perequazione tributaria ed a semplificare procedimenti che incidono su questi aspetti.


Gli obiettivi delle norme in materia di lavoro sono: incoraggiare la maggiore propensione delle imprese ad assumere attraverso la de-regolazione della gestione dei rapporti di lavoro; promuovere una piu’ agevole regolarizzazione di tutti quei rapporti di lavoro che oggi sono quasi sempre irregolari; superare ogni limite alla piena cumulabilita’ dei redditi da lavoro e da pensione. La manovra assicura altresi’ obiettivi di stabilizzazione della finanza pubblica, nel rispetto di quelli concordati in Europa, sul triennio 2009, 2010, 2011. Il Consiglio inoltre, su proposta del Ministro Maroni, ha autorizzato l’assunzione di 1.472 poliziotti e 802 vigili del fuoco: le nuove unita’ verranno principalmente dai volontari in ferma breve (per la polizia di Stato) e dalla stabilizzazione di volontari (per i vigili del fuoco).


Il Consiglio ha altresi’ approvato, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze, il Documento di programmazione economico-finanziario per gli anni 2009-2013. Il Consiglio ha poi approvato i seguenti provvedimenti: su proposta del Ministro per le pari opportunita’, Maria Rosaria Carfagna, e del Ministro della giustizia, Angelino Alfano: - un disegno di legge che predispone misure idonee a contrastare fenomeni "persecutori", ovvero quei comportamenti ripetuti, consistenti in molestie e minacce, che creano nella persona offesa paura per la propria incolumita’ o per quella di persone legate da vincoli di parentela o di affetto, tali da indurre a modificare il proprio stile di vita in maniera significativa.
Viene introdotta nel codice penale una nuova figura di reato, quella degli "atti persecutori" (articolo 612-bis), nonche’ una nuova ed idonea misura cautelare e la previsione di strumenti che favoriscano le indagini (intercettazioni telefoniche in particolare, necessarie in considerazione del fatto che il fenomeno si realizza spesso a mezzo di telefono); - un disegno di legge che rafforza la tutela penale contro la violenza sessuale con l’introduzione nell’ordinamento di aggravanti, aumento della pena in caso di recidiva e meccanismi capaci di accelerare i tempi di giudizio; su proposta del Ministro per la pubblica amministrazione e l’innovazione, Renato Brunetta: - un disegno di legge per il conferimento al Governo di un’ampia delega in materia di riforma del lavoro alle dipendenze della pubblica amministrazione, per modificare in maniera significativa il rapporto di lavoro pubblico con l’obiettivo di attuare una progressiva convergenza con il lavoro privato, migliorare l’efficacia della contrattazione collettiva, introdurre nell’ordinamento sistemi di valutazione del personale al fine di rendere coerente l’offerta di servizi con gli standards internazionali, valorizzare il merito dei dipendenti anche attraverso meccanismi premianti, definire un sistema piu’ rigoroso di responsabilita’ in capo ai singoli dipendenti, ribadire il principio della necessarieta’ del concorso pubblico per l’accesso e la progressione in carriera, migliorare il sistema di formazione.


Tra gli obiettivi che il Governo si propone vi e’ il miglioramento della disciplina della dirigenza pubblica in un’ottica che valorizza l’organizzazione del lavoro, il progressivo miglioramento delle prestazioni erogate al pubblico, il riconoscimento di meriti e demeriti. Il disegno di legge verra’ trasmesso alla Conferenza Stato-Regioni per il parere prescritto; il Consiglio ha inoltre approvato la proroga dello stato di emergenza gia’ dichiarato nel Comune di Cengio (Savona) e nella Regione Friuli-Venezia Giulia per gli eventi alluvionali del maggio 2007. Infine il Consiglio ha deliberato: su proposta del Presidente del Consiglio: nomina del Presidente di T.A.R. dottore Pasquale de LISE a Presidente aggiunto del Consiglio di Stato; su proposta del Ministro della giustizia, Angelino Alfano: nomina del dottore Italo ORMANNI a Capo del Dipartimento per gli affari di giustizia del Ministero. Infine il Consiglio ha esaminato alcune leggi regionali, ai sensi dell’articolo 127 della Costituzione.

Ospedali: i sindaci vogliono chiarezza

Si riuniranno venerdì 20 giugno prossimo i sindaci della rappresentanza in seno all’Asl per parlare di piano di riordino ospedaliero. La richiesta avanzata dal sindaco di Grottaglie, Raffaele Bagnardi al presidente Martino Tamburrano, all’indomani dell’approvazione del Piano della Salute da parte della giunta regionale, è stata accolta. Sul tavolo c’è il futuro della sanità ionica. Sul territorio ci sono sette strutture ospedaliere, ognuna portatrice di problemi e disagi per l’utenza. Un piano che possa quindi riordinare la distribuzione di reparti e personale è quantomai necessario.

Dalla rappresentanza dei sindaci da tempo chiedono alla direzione dell’Asl ionica di individuare quelle che saranno le destinazioni per ognuno dei presidi ospedalieri. Finora il quadro è piuttosto ombrato. Alla luce si intravedono solo la definizione del SS. Annunziata come ospedale di eccellenza, e tre ospedali intermedi che, stando alle interpretazioni, dovrebbero essere quelli di Castellaneta, Martina e Manduria. Resta quindi da capire quale futuro spetterà ai presidi di Massafra e Grottaglie, se cioè saranno declassati o rimarranno ospedali di base. Per Mottola il destino, invece, è da sempre segnato dalla riabilitazione. Il Piano della Salute varato dalla giunta regionale traccia quelle che sono le linee guida per i direttori generali dell’Asl, cioè quelle che sono le procedure da seguire per identificare le strutture e il personale. Ma la competenza per il riordino ospedaliero spetta al dg locale, nel caso ionico a Domenico Colasanto. E’ a lui che i sindaci chiederanno di fare chiarezza anche in tema di edilizia perché se il Giannuzzi di Manduria sarà ospedale intermedio allora non va dimenticato che, al momento, esistono gravi problemi strutturali. MARIA DE BARTOLOMEO Taranto Sera

mercoledì 18 giugno 2008

Piano della salute, prime critiche

MOTTOLA - “Convocherò in sindaci del versante occidentale perchè è giusto far sentire la voce di un intero territorio che rischia di rimanere scoperto”. E’ l’annuncio del sindaco di Mottola, Giovanni Quero che, pur non avendo completamente analizzato il piano della Salute approvato dalla giunta regionale, muove le prime critiche. “Si sono fatti notevoli passi indietro - dice - e c’è la prova provata dall’inganno. Ricordo che tre anni fa il presidente Vendola accusava il piano Fitto di voler chiudere gli ospedali. Oggi le strutture ospedaliere di Massafra, Mottola sono destinate a scomparire perchè avranno meno di 70 posti letto e Castellaneta viene ridotto a ospedale di base. Questo la dice lunga sulla volontà del governatore di lasciare scoperto un intero territorio. Mottola, ad esempio, scende da 100 a meno 70 posti letto, riducendosi ad un mero poliambulatorio”. Di contro nel piano sono previsti tre nuovi ospedali: a Taranto, a Martina e nel bacino tra Grottaglie e Manduria. “Non dico no alle nuove strutture - aggiunge Quero - ma per il resto del territorio si continuano a scippare specialità e reparti. Questo vuol dire che chi risiede nel versante occidentale ionico dovrà aspettare altri vent’anni per essere curato. Si capisce chiaramente che l’obiettivo è il risparmio a tutti i costi. E Vendola non ha avuto nemmeno il coraggio di venire a discutere con i cittadini. Per lo meno Fitto si assunse la responsabilità del confronto raccogliendo anche le critiche”. Su un punto Quero invita a riflettere: “Si sono spesi miliardi di vecchie lire per una struttura come quella di Mottola che ora si chiude mentre altri ospedali vengono costruiti. Perché?MARIA DE BARTOLOMEO Taranto Sera

NAPOLI: Su Veltroni si allunga l'ombra di Di Pietro

"L’opposizione responsabile e dialogante del Pd barcolla sotto l’incombere del dipietrismo, grande fiume che raccoglie tutti i veleni di questi anni. Cosi’ come l’opposizione ’repubblicana’ preannunciata dall’Udc vacilla sotto il richiamo della foresta dell’antiberlusconimso.”Lo ha affermato Osvaldo Napoli, vice capogruppo del Pdl alla Camera, che ha sottolineato: “La salvaguardia del dialogo non e’ nelle mani del Pdl o di Berlusconi , come si e’ affannato a spiegare il senatore Luigi Zanda, ma e’ solo ed esclusivamente nelle mani del Pd e del suo leader Walter Veltroni. Loro soltanto posso resistere alle pressioni che vengono dagli angoli piu’ bui del Paese e da quella minoranza forcaiola sempre pronta a rovesciare ogni tavolo. Il dialogo e’ fragile ma nessuno puo’ immaginare, per rafforzarlo, di cedere alle intimidazioni dell’avversario. Gli emendamenti non sono salva premier, ma sono, paradossalmente, terreno di dialogo e di confronto sulla questione della giustizia che si e’ fatta, in questi anni, una questione pre-politica senza la cui soluzione la politica non potra’ mai riconquistare la scena".

BERLUSCONI A SCHIFANI: Favorevole al disegno di legge a tutela delle più alte cariche dello Stato

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha inviato una lettera al presidente del Senato, Renato Schifani, dopo la presentazione degli emendamenti del Pdl al dl sicurezza. Ecco il testo integrale.


"Caro Presidente come le e’ noto stamane i relatori senatori Berselli e Vizzini, hanno presentato al cosiddetto "decreto sicurezza" un emendamento volto a stabilire criteri di priorita’ per la trattazione dei processi piu’ urgenti e che destano particolare allarme sociale. In tale emendamento si statuisce la assoluta necessita’ di offrire priorita’ di trattazione da parte dell’autorita’ giudiziaria ai reati piu’ recenti, anche in relazione alle modifiche operate in tema di giudizio direttissimo e di giudizio immediato. Questa sospensione di un anno consentira’ alla magistratura di occuparsi dei reati piu’ urgenti e nel frattempo al Governo e al Parlamento di porre in essere le riforme strutturali necessarie per imprimere una effettiva accelerazione dei processi penali, pur nel pieno rispetto delle garanzie costituzionali".


Berlusconi continua: "I miei legali mi hanno informato che tale previsione normativa sarebbe applicabile a uno fra i molti fantasiosi processi che magistrati di estrema sinistra hanno intentato contro di me per fini di lotta politica. Ho quindi preso visione della situazione processuale ed ho potuto constatare che si tratta dell’ennesimo stupefacente tentativo di un sostituto procuratore milanese di utilizzare la giustizia a fini mediatici e politici, in cio’ supportato da un Tribunale anch’esso politicizzato e supinamente adagiato sulla tesi accusatoria.
Proprio oggi, infatti, mi e’ stato reso noto, e cio’ sara’ oggetto di una mia immediata dichiarazione di ricusazione, che la presidente di tale collegio ha ripetutamente e pubblicamente assunto posizioni di netto e violento contrasto con il Governo che ho avuto l’onore di guidare dal 2001 al 2006, accusandomi espressamente e per iscritto di aver determinato atti legislativi a me favorevoli, che fra l’altro oggi si troverebbe a poter disapplicare". Per il presidente del Consiglio "ancora una volta, secondo l’opposizione l’emendamento presentato dai due relatori, che e’ un provvedimento di legge a favore di tutta la collettivita’ e che consentira’ di offrire ai cittadini una risposta forte per i reati piu’ gravi e piu’ recenti, non dovrebbe essere approvato solo perche’ si applicherebbe anche ad un processo nel quale sono ingiustamente e incredibilmente coinvolto. Questa e’ davvero una situazione che non ha eguali nel mondo occidentale. Sono quindi assolutamente convinto, dopo essere stato aggredito con infiniti processi e migliaia di udienze che mi hanno gravato di enormi costi umani ed economici, che sia indispensabile introdurre anche nel nostro Paese quella norma di civilta’ giuridica e di equilibrato assetto dei poteri che tutela le alte cariche dello Stato e degli organi costituzionali, sospendendo i processi e la relativa prescrizione, per la loro durata in carica. Questa norma e’ gia’ stata riconosciuta come condivisibile in termini di principio anche dalla nostra Corte Costituzionale. La informo quindi che proporro’ al Consiglio dei ministri di esprimere parere favorevole sull’emendamento in oggetto e di presentare un disegno di legge per evitare che si possa continuare ad utilizzare la giustizia contro chi e’ impegnato ai piu’ alti livelli istituzionali nel servizio dello Stato".