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martedì 1 luglio 2008

I FATTI DEL BUONGOVERNO: Detassati gli straordinari e i premi

Procede, con la rapidità e l’efficacia promesse, l’azione del centrodestra per ridare potere d’acquisto a milioni di lavoratori dipendenti provati dalla devastante politica fiscale del precedente governo delle sinistre. Entra oggi in vigore la detassazione degli straordinari e dei premi di produttività per i dipendenti privati decisa dal governo Berlusconi nel corso della prima riunione del Consiglio dei ministri.Per il nostro Paese questa è una rivoluzione, che ha un valore economico-fiscale ma anche culturale, perché premia chi lavora di più e meglio e rafforza le idee guida del merito e della produttività.

I vantaggi – Con la nuova normativa, gli straordinari e i premi dei dipendenti privati con un reddito fino a 30 mila euro lordi l’anno, fino a un ammontare di 3.000 euro per semestre, saranno sottoposto non più all’Irpef e alle sue addizionali, ma a un’imposta secca del 10 per cento. Il primo vantaggio per il lavoratore è costituito dalla differenza fra l’aliquota Irpef – che va dal 23% in su – e questo nuovo prelievo del 10%. Il secondo vantaggio è costituito dal minor prelievo fiscale legato appunto alle addizionali; poiché le detrazioni per i familiari a carico diminuiscono a mano a mano che il reddito complessivo sale, il tenere sganciato l’ammontare di premi e straordinari – ed è il terzo vantaggio – renderà più consistenti le detrazioni stesse. Sono state già eseguite delle simulazioni: il vantaggio medio per i lavoratori che effettueranno gli straordinari potrà arrivare, nel semestre, a 725 euro. Questa misura, tuttavia, non è sganciata dagli altri provvedimenti del governo miranti a ridurre il carico fiscale e a sostenere la capacità di spesa delle famiglie: se si tiene conto dell’abolizione dell’Ici sulla prima casa, il vantaggio medio complessivo diventa di 1.400 euro per lavoratore.Per il lavoratore, il godimento di questo più favorevole regime fiscale non è legato ad alcun adempimento burocratico: è il datore di lavoro a verificare quali prestazioni – straordinari, premi di produzioni legati a risultati e produttività – vadano sottoposti soltanto all’imposta secca del 10%. E a verificare quando ogni lavoratore raggiunge il tetto dei 3.000 euro semestrali. Quindi, i benefici saranno immediati e tangibili a partire dalla prossima busta paga.

Pubblico e privato – Al momento, dalla detassazione sono esclusi i dipendenti pubblici, i collaboratori coordinati e continuativi se godono già di un compenso incentivante e i lavoratori che abbiano sottoscritto un contratto part time dopo il 29 maggio di quest’anno. Per dipendenti pubblici s’intendono coloro che lavorano per Stato, Regioni, Province, Comuni, Comunità montane, sistema sanitario, agenzie fiscali, ex Iacp, Aran. Godranno, invece, della detassazione i dipendenti delle aziende a prevalente capitale pubblico. L’esclusione dei dipendenti pubblici è legata a esigenze di bilancio, dato che il governo è impegnato a rispettare gli obblighi di equilibrio finanziario in una congiuntura che rende necessario il massimo rigore. D’altra parte, la detassazione è allo stato sperimentale, a fine anno si valuteranno i risultati di questa innovazione e si deciderà se estenderla o meno anche al settore pubblico. Il funzionamento della pubblica amministrazione deve essere rinnovato, per ridurre la spesa e migliorare l’efficienza dei servizi resi ai cittadini. Anche in questo settore dovranno essere introdotti criteri di maggiore responsabilità e incentivi legati al merito e all’impegno. In questo processo, sempre che congiuntura e conti pubblici lo consentano, si valuterà se, come e quanto detassare anche straordinari e premi dei dipendenti pubblici.

Nel quadro della manovra – Il governo, ad ogni modo, mantiene le promesse e si muove in maniera coerente e coordinata. La detassazione che scatta oggi sostiene i redditi di chi, pur avendo un lavoro, ha subito negli ultimi due anni una forte perdita del potere di acquisto. Questa misura si salda ad altri provvedimenti previsti nella manovra, come l’aiuto con la social card a un milione e 200 mila pensionati al minimo che stentano ad arrivare alla fine del mese, o gli aiuti alle giovani coppie, il piano casa, i bonus per sostenere la natalità. L’esecutivo guidato da Silvio Berlusconi si sta muovendo con rapidità ed efficacia per ridare fiato alle famiglie provate, per ridare fiducia a chi, giovane o meno giovane, crede nel futuro di questo Paese che si sta rialzando. C’è finalmente un disegno organico di politica sociale ed economica, c’è uno sforzo tangibile per sostenere le famiglie e il mercato interno, ridurre la spesa pubblica improduttiva, rilanciare il sistema Italia, anche con il volano delle grandi e indispensabili infrastrutture.

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