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domenica 15 giugno 2008

"Salute, ma di qualità"

L’appello di sette sindaci del versante occidentale lanciato nel Consiglio comunale: «Gli ospedali di Castellaneta, Mottola e Massafra vanno difesi a ogni costo». Brizio: «Ci declassano». Fabbiano: «No, serve una sanità territoriale»



Sette sindaci, una sola voce: garantire la tutela della salute, da Ginosa a Massafra. In vista dell’approvazione del Piano regionale della salute della Giunta Vendola (che ha dato l’ok proprio ieri), il sindaco di Laterza, Giuseppe Cristella, ha riunito i suoi colleghi per parlare di sanità, in un Consiglio comunale monotematico aperto, svoltosi giovedì sera alla Cittadella della cultura. Dall’assise è emersa una posizione unitaria: interpellare il governatore Vendola e l’assessore alla Sanità Tedesco perché sia assicurata la qualità delle strutture sanitarie del territorio.


Nei prossimi giorni sarà un documento comune a mettere nero su bianco le richieste dei sindaci. Che, se non saranno ascoltati, sono pronti anche a forme eclatanti di protesta, come l’occupazione dell’ospedale di Castellaneta. Al centro della discussione, infatti, è proprio il nosocomio castellanetano. Quello delle morti all’Utic del maggio 2007, che nel piano di riordino Fitto era considerato ospedale di eccellenza e oggi, nel nuovo piano Vendola, figura come ospedale intermedio. Sulla base delle tipologie previste nel piano (ospedale di base, di livello intermedio, di riferimento regionale e provinciale), infatti, i tre ospedali di Castellaneta, Massafra e Mottola vengono classificati rispettivamente come ospedale intermedio, di base e struttura di riabilitazione. Una classificazione che non piace ai sette sindaci del versante occidentale. Tutti ospiti, giovedì sera, del collega Cristella (in una seduta di Consiglio comunale richiesta dall’opposizione del Partito democratico): Luigi Montanaro sindaco di Ginosa, Italo D’Alessandro di Castellaneta, Rocco Ressa di Palagiano, Michele Labalestra di Palagianello, Martino Tamburrano di Massafra, Giovanni Quero di Mottola. Presenti anche i consiglieri regionali Pietro Lospinuso e Simone Brizio, il vice presidente della Provincia, Stefano Fabbiano. Assenti i responsabili dell’Asl e i rappresentanti regionali di centrosinistra.


A puntare il dito contro il piano Vendola è stato il consigliere Brizio: "Chiudono più ospedali rispetto al piano Fitto e quelli che rimangono aperti vengono declassati -ha detto - la cosa drammatica è che non si parla di potenziamento degli ospedali di base". "Dobbiamo entrare in una logica diversa dal passato, - ha spiegato di contro Fabbiano - l’ospedale non è l’unica soluzione, serve per le criticità, altrimenti bisogna puntare sulla medicina del territorio".


Ma i sindaci non sono in vena di polemiche politiche. Tanto ci sarebbe da criticare sia il governo di centrodestra, sia quello di centrosinistra. Ne sono ben consapevoli i primi cittadini che, dopo averlo ribadito più volte, preferiscono discorsi più pratici: "Facciamo un atto di coraggio, - ha detto Ressa - evitiamo le polemiche". E Quero: Provocatoriamente dico che la politica fa non uno ma dieci passi indietro; l’importante è che mi assicurate nel territorio un ospedale dove ci siano strutture adeguate".


Ancora più provocatorio Tamburrano, con il suo "appello a chiudere l’ospedale di Massafra, nella speranza che siano almeno migliorati quello di Castellaneta e Mottola". Concorda anche Lospinuso: "O si fa squadra o saremo tagliati fuori". E Montanaro, che propone un "tavolo istituzionale" per affrontare non solo il nodo del riordino ospedaliero, ma anche l’organizzazione dei servizi socio - sanitari. Alla fine, insomma, vince - almeno a parole - l’ottica del territorio e non quella del campanile. Con la benedizione del sindaco Cristella: "E’ stato uno dei momenti più alti di ascolto delle esigenze dei cittadini - ha detto – un momento di forza e unità per rivendicare trasversalmente il diritto di tutti alla salute".




Anna Lisa Carrera (Corriere del Giorno)

1 commento:

Anonimo ha detto...

bravo sindaco, FATTI RISPETTARE!!!