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venerdì 27 giugno 2008

CICCHITTO: Veltroni segue il partito dei giudici con Di Pietro

"A quanto sembra e’ stato tutto inutile: malgrado ripetuti ed autorevoli inviti alla cautela la maggioranza del Csm procede come un bulldozer sulla linea della contrapposizione in termini politici al Parlamento e al Governo con l’inusitata forzatura di arrogarsi il ruolo di anticipare un giudizio della Corte Costituzionale". Lo ha affermato Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera. "A questo punto emerge, in modo assai netto, che esiste un ’partito dei giudici’, la cui punta di diamante e’ l’Idv di Di Pietro. Veltroni aveva la grande occasione di rompere il cordone ombelicale con il partito dei giudici qualora avesse preso le distanze da questi nuclei della magistratura nuovamente in azione a Milano nel processo Mills contro Berlusconi. Forza Italia aveva fatto la sua parte quando, in occasione della pubblicazione delle intercettazioni telefoniche contro D’Alema e Fassino e delle iniziative giudiziarie di alcuni magistrati, non aveva cavalcato la tigre, ma anzi aveva preso le distanze con una scelta ’garantista’. Al contrario, invece Veltroni non fa questo salto di qualita’.


Le ragioni possono essere solo due: o, come testimonia il patto elettorale, tra Veltroni e Di Pietro c’e’ il filo nero di un rapporto fra un giustizialismo piu’ sofisticato e uno piu’ rozzo e forcaiolo, oppure Veltroni e’ prigioniero del demone che ha scatenato e quindi Di Pietro lo condiziona e lo trascina. Nell’una o nell’altra ipotesi fallisce la versione originaria del veltronismo, inteso come tentativo di fare del Partito Democratico una formazione politica davvero nuova e ’normale,’ e si afferma un esito negativo di un incrocio costituito da un mediocre buonismo mediatico subalterno al rozzo giustizialismo dell’IdV. Comunque Veltroni sta liquidando quel tanto di novita’ che il Partito Democratico sembrava voler esprimere e ritorna al Pds di Occhetto e di Violante, malgrado che quest’ultimo nelle sue ultime riflessioni mostri di aver superato quell’esperienza."

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