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mercoledì 6 agosto 2008

100 GIORNI DI LAVORO: LA MANOVRA TRIENNALE

In Europa i governi non "fanno" l’economia, ma devono e possono fare la piattaforma su cui l’economia si sviluppa. E’ per questo che la manovra è basata su due pilastri.

Consolidamento triennale del bilancio pubblico
Per noi è essenziale mettere in sicurezza il bilancio pubblico della Repubblica italiana in un tempo di gravi crisi economica mondiale.Dovendo ridurre il deficit e non volendo aumentare le tasse, c’era solo una alternativa: una politica di serio contenimento della spesa pubblica.La stabilizzazione triennale dei conti pubblici si caratterizza in base a due elementi essenziali: la concentrazione della manovra prima dell’estate e la sua proiezione triennale.Si interrompe una tradizione di storia finanziaria tipica negativa e che ha portato il Paese ad avere il terzo debito pubblico del mondo. Una tecnica di bilancio che portava la stagione di bilancio ad estendersi per nove mesi su dodici. La stagione, infatti, iniziava a luglio con il DPEF, proseguiva con un dibattito durante l’estate, successivamente si avevano i tre mesi della finanziaria, due mesi di tregua e poi con la trimestrale di cassa, il dibattito sulla presunta necessaria manovra correttiva. Questa tecnica è stata causa di instabilità, di non credibilità e di un eccesso perverso di spesa pubblica.

Si supera l’anomalia tipica della struttura del bilancio della Repubblica italiana, ovvero che il bilancio fosse presentato con una previsione pluriennale, ma limitato per la parte dispositiva al solo primo anno. La nostra scelta supera l’anomalia di una finta triennalità, facendo convergere la parte dispositiva e la parte programmatica. In questi termini il nostro bilancio si allinea allo standard europeo che è tutto costruito su bilanci per obiettivi di medio termine. sviluppoDal nucleare alle infrastrutture, all’uso attivo della Cassa Depositi, alla riprogrammazione centralizzata dei fondi europei per il Sud, dal piano casa ai nuovi strumenti di investimento nella ricerca, dalla riforma del processo civile alla liberalizzazione dei servizi locali, fino alla semplificazione legislativa e burocratica. In questi termini l’Italia ha già iniziato a trasformare in legge la sua Agenda di Lisbona, mettendo in essere una serie di misure che favoriranno la promozione e il rilancio della competitività del sistema economico nazionale.Lo scopo finale è giungere a una progressiva riduzione della pressione fiscale, nonostante il quadro di difficoltà globale e di congiuntura economica negativa.La manovra - che ammonta complessivamente a 34,8 miliardi di euro (13,7 miliardi per il 2009, 7,1 per il 2010 e 14,6 per il 2011) - intende costituire la prima, importante e strutturata risposta del Paese alle pressioni esogene e alla delicata situazione congiunturale interna.

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