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mercoledì 6 agosto 2008

100 GIORNI DI LAVORO: EMERGENZA RIFIUTI SUPERATA

Campania. La battaglia dei rifiuti è vinta

Il 21 maggio, nella prima riunione del consiglio dei ministri, Silvio Berlusconi aveva annunciato che la fine dell’emergenza rifiuti, a Napoli e in Campania, sarebbe stata fra i primi obiettivi del governo.

L’immagine dell’Italia e dell’antica capitale del Sud era irrimediabilmente sfregiata: tutte le televisioni del mondo trasmettevano servizi su una Napoli invasa da montagne di rifiuti, coi cassonetti dai quali si levavano i fumi dell’immondizia incendiata. Immagini di un disastro ambientale senza precedenti, di fronte al quale il governo Prodi e i governi locali di sinistra avevano balbettato e mentito, come se l’accumulo di migliaia e migliaia di tonnellate d’immondizia non fosse stato conseguenza della loro incapacità di prevedere, decidere, organizzare, insomma governare. Quando il premier Berlusconi confermò il suo impegno solenne verso il Paese e verso Napoli, da sinistra arrivarono ironie e critiche: per l’opposizione sfascista, la metropoli sarebbe rimasta per sempre sepolta sotto i rifiuti e il governo di centrodestra avrebbe subito il contraccolpo di un’avventata promessa fatta e non mantenuta.Ma, nel corso della riunione del consiglio dei ministri che si è tenuta a Napoli venerdì 18 luglio 2008, è stata ufficialmente annunciata la fine dell’emergenza.

Oggi i telegiornali trasmettono immagini riprese dall’alto di una città libera dai cumuli di sacchetti, di una Napoli che da anni non appariva così pulita e ordinata, non più stretta dall’assedio della sporcizia e del fetore.

Sforzo eccezionale
Il risultato è stato raggiunto con un lavoro immane che ha visto impegnati in prima linea il presidente del Consiglio, il sottosegretario Bertolaso e il generale Giannini, comandante dei militari impiegati per rendere più visibile ed efficace il ritorno dello Stato.L’attenzione del grande pubblico si concentra su Napoli, ma per comprendere la complessità del problema bisogna ricordare che ben 511 comuni della Campania sono stati interessati dall’emergenza. In questi centri si producono circa 7.200 tonnellate di rifiuti al giorno: uscire dall’emergenza ha comportato raccogliere e avviare a smaltimento la produzione quotidiana di monnezza insieme con le migliaia e migliaia di altre tonnellate accumulatesi nelle vie dell’ex capitale e di tanti altri centri. Ebbene, in due mesi questo risultato è stato raggiunto, con una pianificazione meticolosa degli orari e dei percorsi di raccolta in centinaia di comuni.
Sono state attivate le discariche possibili e necessarie, parte dell’immondizia è stata avviata in Germania (520 tonnellate al giorno), parte è stata pretrattata e avviata agli impianti di termovalorizzazione di altre regioni. Il governo ha avuto la capacità di creare uno spirito di solidarietà che ha prevalso su incomprensioni e contrasti pregressi.Lo sforzo eccezionale proseguirà. Con le discariche e i trasferimenti fuori regione si potrà andare avanti per qualche tempo, ma intanto bisognerà realizzare misure concrete perché non si ricrei lo scarto negativo fra rifiuti prodotti e rifiuti smaltiti. Si punta sui termovalorizzatori (presto entrerà in funzione quello di Acerra) e sulla raccolta differenziata, già avviata nei comuni dove non era praticata.Le terribili immagini di Napoli trasformata in una discarica a cielo aperto non dovranno rivedersi, mai più.

La città respira
Napoli reagisce al cambiamento con fiducia e gratitudine. Commercianti, industriali, operatori turistici - per i quali gli sfascisti preannunciavano lo scivolamento fra i disagi e il disordine del Terzo Mondo - tirano un respiro di sollievo.Se l’azione del governo può consentire la vittoria sul fronte della monnezza, può anche favorire il rilancio della città, che non è fatta solo di emergenze, ma anche di risorse imprenditoriali, umane, culturali. Respirano liberamente tutti i cittadini della Campania, non più costretti a turarsi il naso.

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