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venerdì 28 novembre 2008

GELMINI: Dal nostro decreto legge una svolta per l'università italiana

“Il primo passo di una rivoluzione.” E’ questo l’auspicio del ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini, espresso durante il suo intervento nell’Aula del Senato dove e’ all’esame il decreto legge con le misure urgenti per universita’ e ricerca.

"Da vent’anni si parlava di come legare il merito alla carriera dei professori e di come vincolare i finanziamenti all’universita’ in base a parametri che ne valutassero la qualita’" ha ricordato la Gelmini, sottolinando che il suo provvedimento va proprio in questa direzione. Ma non e’ che un primo passo: ora serve "la riforma piu’ ampia" di "un sistema che oggi e’ paralizzato". Da qui la proposta di "aprire immediatamente un confronto ad ampio raggio" con il mondo accademico, la maggioranza ("salda nella spinta riformatrice") e l’opposizione (che "ha contribuito positivamente alla messa a punto del testo del dl") "per riflettere con spirito profondamente riformatore su come voltare pagina". L’obiettivo e’ ambizioso: quello di "un cambiamento piu’ volte tentato" dai suoi predecessori "e rimasto incompiuto". La Gelmini ha citato Ruberti, Berlinguer e Moratti nei confronti dei quali si e’ posta "in una linea di continuita’". Quanto al provvedimento che porta la sua firma, segnera’ "una svolta all’insegna del rigore e del riconoscimento del merito" ed e’ la "migliore risposta a chi in buona o in mala fede" ha dichiarato che il governo tagliava i fondi per il diritto allo studio. Questo il contentuto della legge.

Le universita’ che spendono in stipendi piu’ del 90 per cento dei finanziamenti statali (fondo di finanziamento ordinario) non potranno bandire concorsi ne’ assumere personale. La norma vuole porre un freno alle gestioni finanziarie non adeguate di alcune universita’, soprattutto nel rapporto entrate-uscite. Scatta invece una deroga al blocco del turn over per le universita’ "virtuose": il limite annuale di spesa per le nuove assunzioni di personale e’ fissato in misura corrispondente al 50 per cento della spesa relativa al personale a tempo indeterminato che ha cessato il servizio nell’anno precedente. (Il blocco del turn over e’ a quota 20 per cento nelle altre amministrazioni). Ciascuna universita’, stabilisce il dl, destina tale somma per una quota non inferiore al 60 per cento all’assunzione di ricercatori e per una quota non superiore al 10 per cento all’assunzione di professori ordinari. Per le assunzioni ci si puo’ avvalere anche dei contributi di soggetti privati. I bandi di concorso per posti da ricercatore gia’ emessi (2.300) sono esclusi dal turn over, cosi’ come gli enti di ricerca.Al fine di garantire maggiore trasparenza nei concorsi cambiano le regole per la composizione delle commissioni che devono giudicare gli aspiranti professori universitari di prima e seconda fascia. Saranno composte da un professore ordinario nominato dalla facolta’ che ha richiesto il bando e da quattro professori ordinari sorteggiati in una lista di dodici commissari eletti fra i professori ordinari appartenenti al settore scientifico-disciplinare oggetto del bando. Sono esclusi dal sorteggio relativo a ciascuna commissione i professori che appartengono all’universita’ che ha richiesto il bando. Per quanto riguarda il reclutamento dei ricercatori, in attesa di un riordino organico del sistema, le commissioni saranno composte da un professore ordinario o da un associato nominato dalla facolta’ che richiede il bando e da due professori ordinari sorteggiati in una lista di commissari eletti fra i professori appartenenti al settore disciplinare oggetto del bando in numero triplo rispetto al numero dei commissari complessivamente necessari nella sessione. Anche in questo caso sono esclusi dal sorteggio relativo a ciascuna commissione i professori che appartengono all’universita’ che ha richiesto il bando. Una commissione nazionale dovra’ controllare le operazioni di sorteggio che saranno pubbliche. Le nuove commissioni valgono anche per i concorsi gia’ banditi, per i quali sono stati riaperti i termini per la partecipazione, fissando al 31 gennaio 2009 la scadenza per la presentazione delle domande.
A partire dal 2009 il sette per cento del fondo del finanziamento ordinario e del fondo straordinario della Finanziaria 2008 sara’ distribuito alle universita’ migliori, prendendo in considerazione la qualita’ dell’offerta formativa, della ricerca scientifica e delle sedi didattiche. Le modalita’ di ripartizione saranno individuate da un successivo decreto, sentiti il Civr (Comitato di indirizzo per la valutazione della ricerca) e il Cnvsu (Comitato nazionale valutazione del sistema universitario). Gli atenei dovranno garantire trasparenza nei bilanci. I rettori in sede di approvazione del bilancio consuntivo dovranno anche pubblicare i risultati delle attivita’ oltre che i finanziamenti ottenuti da soggetti pubblici e privati. Le relazioni dei bilanci dovranno essere pubblicate sui siti degli atenei e inviate al ministero dell’Istruzione. La mancata pubblicazione sara’ un punto di demerito al fine delle assegnazioni dei finanziamenti. Fra le misure che vanno in questa direzione ci sono: l’istituzione dell’anagrafe delle pubblicazioni scientifiche aggiornata annualmente, gli scatti automatici dello stipendio dei docenti condizionati all’aver prodotto pubblicazioni scientifiche nell’ultimo biennio (in caso contrario lo scatto viene dimezzato). Pubblicazioni che diventano un requisito anche per far parte delle commissioni esaminatrici dei concorsi. I professori e i ricercatori che non pubblicano per tre anni restano esclusi anche dai bandi Prin, quelli di rilevanza nazionale nella ricerca.

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