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martedì 30 dicembre 2008

MESSA ALL'ILVA






Ieri, con la Messa celebrata dall’arcivescovo mons. Papa all’interno dell’ex tubificio elicoidale dell’Ilva, teletrasmessa in diretta su Rai 1, si sono concluse le celebrazioni per il 40° della visita di Paolo VI all’Italsider la notte di Natale del ’68. Alla celebrazione, con–celebrata con il vicario, mons. Franco Castel–lana, don Donato Palazzo, cappellano Italsider nel Ô68, padre Nicola Prezioso, attuale cappellano, e don Emanuele Ferro, direttore del “Nuovo Dialogo”, erano presenti Emilio Riva e il figlio Fabio, le autorità e 1600 tra operai e rispettive famiglie. I canti sono stati eseguiti dal Coro diocesano diretto dal maestro Nicola Locritani, mentre il servizio all’altare è stato svolto dai seminaristi teologi della diocesi, guidati da mons. Mi–mino Quaranta e da don Marco Gerardo. Il servizio d’ordine è stato assicurato dall’Unitalsi. Sul fondo del presbiterio campeggiavano una croce in ferro realizzata da un operaio Ilva e un grande calice, realizzato con una paiola, sormontato da una grande ostia. Le offerte all’altare sono state portate da famiglie di operai. All’omelia mons. Papa ha parlato del valore della Famiglia, nel giorno della festa della Santa Famiglia, e del Lavoro, come binomio necessario per lo sviluppo della persona umana. Ha ricordato la visita di Paolo VI e ha fatto presente come, rispetto a 40 anni fa, siano mutate le condizioni sociali. Oggi, infatti, manca l’ottimismo culturale e i nuovi problemi si chiamano bioetica e giustizia sociale. Ha concluso dicendo che la Chiesa tarantina, sull’esempio di Paolo VI, sarà vicina al mondo del Lavoro senza invasione di campo. Ha, infine, ricordato che la situazione è critica, ma che non mancherà a nessuno la speranza e la grazia dell’amore. Papa Benedetto ha inviato un telegramma letto da mons. Castellana e da piazza San Pietro ha ricordato l’evento tarantino ribadendo le sue preoccupazioni per il lavoro precario e per la salvaguardia della dignità del lavoro. A conclusione della cerimonia Riva ha auspicato nel futuro lavoro per tutti, anche se adesso, ha aggiunto, il lavoro è poco. Il probema resta quello della crisi internazionale dell’acciaio, che ha costretto l’azienda a ridurre la produzione e a ricorrere alla cassa integrazione. Antonio Fornaro

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