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martedì 23 dicembre 2008

EMERGENZA SICUREZZA



BRUCIATO NEGOZIO A MASSAFRA

Il racket ha bruciato un negozio di mobili, il “Telebazar”. Il raid incendiario, la notte scorsa in via del Santuario, nella zona nord della cittadina , non molto lontano dalla via per Martina Franca. L’esercizio commerciale finito nel mirino è di proprietà di un sessantaquat-trenne palermitamo che da tempo risiede a Massafra. In piena notte appena è stato dato l’allarme sul posto sono intervenuti i vigili del fuoco del Comando provinciale e i carabinieri della locale Compagnia diretti dal capitano Lorenzo Ceccarelli. Il negozio è stato distrutto dalle fiamme con danni che superano i 40mila euro. L’incendio ha praticamente distrutto l’esercizio commerciale e reso anche inagibile l’appartamento situato al piano superiore che comunque è disabitato. Gli investigatori dell’Arma hanno ascoltato il proprietario del negozio ma non sono emersi elementi utili alle indagini. Oltre alla pista che porta al racket si ipotizza quella dei contrasti di natura personale. Un episodio particolarmente allarmante che fa emergere come i commercianti purtroppo spesso finiscano nel mirino della mala. In questi ultimi tempi a Massafra anche alcune auto sono state incendiate dai piromani. E i carabinieri della Compagnia di Massafra stanno anche lavorando per incastrare gli autori del tentativo di incendio delle settimane scorse ai danni delle autoambulanze utilizzate per il servizio di soccorso all’ospedale di Mottola. Ignoti presero di mira due autoambulanze dell’associazione e una di proprietà dell’ospedale che sono parcheggiate all’interno del nosocomio. Dopo aver scavalcato la recinzione tentarono di dar fuoco ai tre mezzi di soccorso. Non riuscirono a portare a termine il “lavoro” perchè disturbati dall’arrivo di un volontario dell’associazione che presta servizio nella struttura ospedaliera. Appena fu dato l’allarme sul posto piombarono i carabinieri i quali rinvennero vicino alle autoambulanze un bidone in plastica con all’interno liquido infiammabile. Gli investigatori dell’Arma ascoltarono il responsabile dell’associazione di volontariato il quale riferì di non aver subito minacce, nè richieste estorsive. Giovanni Nicolardi

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