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sabato 24 maggio 2008

Nucleare - La Puglia s'infiamma

A Bari Raffale Fitto – salentino, già presidente della giunta della Regione ed unico pugliese ad essere stato nominato ministro nel nuovo governo Berlusconi (Centrodestra), con la delega ai Rapporto con le Regioni – ha salutato con grande soddisfazione il programma lanciato dal ministro Scajola (Sviluppo economico) affinché il Paese programmi lo sviluppo e la costruzione di centrali atomiche per la produzione di energia • Netta opposizione del presidente dell'attuale giunta della Regione Puglia, Nichi Vendola (nuovo leader di Rifondazione comunista)
BARI – «Il tema del nucleare vede il nostro Paese in ritardo»: lo ha dichiarato il ministro dei Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, parlando all’assemblea dell’Ance (Associazione costruttori edili) a Bari. «Anche la discussione che si sta aprendo – ha proseguito – sconta un problema di fondo: il nostro Paese non ha solamente detto “no” al nucleare 30 anni fa, il che già di per sé fu una scelta sbagliata, ma ha abbandonato la ricerca sul tema. Quindi noi oggi, per poter avviare un programma sul nucleare dobbiamo andare a recuperare fuori dal nostro Paese tutto il know-how adeguato». Per Fitto, questo discorso vale anche per «tutte le diverse questioni sul tema dell’energia». «Perché non è possibile – ha aggiunto – che il nostro Paese non abbia rigassificatori, che non si possa, in alcune parti, realizzare termovalorizzatori». Per il ministro, «molte delle questioni che hanno costituito in questi anni nodi fondamentali per il nostro Paese nascevano non da valutazioni tecniche di merito, ma c'è stata una impostazione ideologica che ha portato a dire no in maniera preventiva ad una serie di scelte fondamentali per il nostro Paese». Nel corso del suo intervento, il ministro del nuovo governo Berlusconi, espressione di una maggioranza di Centrodestra, ha toccato altri temi.

MEZZOGIORNO «La qualità della spesa nel Mezzogiorno va totalmente cambiata. Penso che questo sia uno degli obiettivi principali sui quali il governo vuole lavorare» ha dichiarato. «Anche le scelte del primo Consiglio dei ministri – ha aggiunto – e le linee guida che il ministro Tremonti ha presentato in sede di incontro con le parti sociali hanno questo obiettivo ben preciso. Un miglioramento e un cambiamento della qualità della spesa penso che sia uno degli elementi fondamentali sui quali nei prossimi giorni produrremo atti stringenti: la riduzione della pressione fiscale e il contenimento della spesa pubblica improduttiva sono la linea di marcia di questo governo».
RIFORME Semplificare la burocrazia anche in materia edilizia come sollecitato dall’Ance, «non è per nulla facile, ma devo dire che su questo abbiamo le idee chiare, avendo istituito un ministero ad hoc che ha come obbiettivo la semplificazione complessiva sia dal punto di vista legislativo che dal punto di vista dei passaggi burocratici» ha dichiarato il ministro Fitto. «Il percorso della riforma costituzionale – ha aggiunto – è importante e decisivo, perché andare a definire con chiarezza le competenze fra i diversi livelli e ridurre i passaggi burocratici penso possa essere un obbiettivo che questo governo può realizzare». Fitto ha sottolineato che «su questo non ci possono essere risultati dalla mattina alla sera perché è un percorso lungo. Il ministro Scajola, comunque, ha ribadito ieri nel suo intervento in Confindustria che l’obiettivo della legge “un giorno un’impresa” per semplificare i vari passaggi normativi rimane una delle priorità sulle quali mi auguro che a breve il governo sia in condizione di dare risposte».
FEDERALISMO FISCALE «L'approccio al federalismo fiscale comporta un cambiamento e una scelta di fondo radicale. Io – ha proseguito – non sarò schierato, nonostante il mio ruolo di ministro dei Rapporti con le Regioni, e nonostante la provenienza nota e la posizione convinta sulle questioni del Mezzogiorno, tra coloro i quali immaginano di opporre lagnanza e creare contrapposizione rispetto a temi sui quali il nostro Paese sta avviando ormai un percorso ineludibile». Fitto ha sottolineato che «la burocrazia è una questione che riguarda il nostro Paese ma attanaglia il Mezzogiorno d’Italia». «È – ha sottolineato – una questione bipartisan, così non si offende nessuno: non funzionano le Regioni di centrodestra come di centrosinistra, le Province di centrodestra come di centrosinistra, e così i Comuni». «Non è più possibile – ha concluso – fare i conti con una tempistica che non è al passo con i tempi».
REGIONI Per il ministro dei Rapporti con le Regioni occorre ridurre i contenziosi tra le Regioni e il Governo. Le Regioni – ha affermato – hanno un ruolo importante, ma c'è bisogno «di individuare una logica per ridurre tutte le materie oggetto di contenzioso tra le Regioni e il Governo centrale». Questo, soprattutto, «nell’avvio della fase della riforma costituzionale che sarà il tema principale sul quale in questa legislatura ci confronteremo con l’intero Parlamento e lavoreremo in modo congiunto tra maggioranza e opposizione per trovare punti di convergenza specifici». Fitto ha aggiunto di ritenere «indispensabile riflettere molto serenamente per attuare un percorso che possa regolare le competenze in modo equilibrato». Due i motivi: il primo è che «la percentuale del conflitto, dopo la modifica del Titolo V, alla Corte Costituzionale tra Regioni e Governo è elevatissima»; il secondo è «la paralisi collegata al fatto che essendoci giudizi pendenti o il rischio di un giudizio che vada in una direzione anziché in un’altra, l’imprenditore si ferma».
INCIDENTI SUL LAVORO «C'è una normativa varata nella scorsa legislatura che non vede Confindustria favorevole su alcuni aspetti. Ragioneremo, cercheremo di capire con loro eventualmente quali possano essere le modifiche». «È chiaro però – ha aggiunto Fitto – che come tutte le leggi l'applicazione appartiene a una valutazione di merito della singola impresa. Laddove succedono gli incidenti si mettono insieme i due aspetti: da un lato ci sono gli incidenti che purtroppo accadono, e possono accadere in qualsiasi circostanza, dall’altro magari ci sono incidenti che potevano e sono evitabilissimi. Quindi su questo bisognare lavorare cercando di andare avanti in un percorso di confronto col sistema delle imprese, perché sono loro le protagoniste reali dell’attuazione di queste scelte».

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